Coronavirus, una foto d'archivio Ansa Coronavirus, una foto d'archivio Ansa

Germania, Lisbona, Texas, Serbia, America latina: dove il coronavirus non si tiene

ROMA – La Germania, Lisbona, il Texas, la Serbia, l’America latina: ci sono zone nel mondo dove il coronavirus si fa ancora fatica a contenerlo.

Ci sono zone dove le trincee allestite in questa Fase 2 fanno fatica a tenere la posizione contro il coronavirus.

Coronavirus, Germania e… mattatoi.

Qui, nella Germania dei pochi morti, dei tracciamenti, dei controlli rigidi, insomma nella Germania che conosciamo, un intero distretto è tornato in lockdown.

Parliamo del distretto di  Guetersloh (oltre 370mila abitanti).

Lo ha annunciato il ministro presidente del Land Armin Laschet (Cdu), sottolineando che si tratta del primo distretto in Germania che torna alla chiusura.

Torna alla chiusura a causa dell’ormai famoso focolaio esploso nel mattatoio di Toennis. 

Si tratta del focolaio maggiore mai rilevato fino ad oggi in Vestfalia e in Germania, ha sottolineato Laschet. L’infezione è molto localizzata e al momento soltanto 24 casi positivi sono stati registrati al di fuori del mattatoio, ma il lockdown viene scelto per precauzione.

Capitolo Lisbona.

Anche a Lisbona è tornato il lockdown. Nella città portoghese, infatti, nelle ultime ore sono riscattate le misure di restrizione e contenimento.

Tutta colpa dei nuovi 259 positivi registrati lunedì che hanno spinto il Governo a prendere provvedimenti.

Più controlli, quindi, più multe e serrande abbassate dalle 20 in poi per bar, locali, centri commerciali.

Capitolo Texas.

In Texas nelle ultime 24 ore si è registrato un record di oltre 5.000 nuovi casi di contagio, facendo dello stato un nuovo epicentro Usa insieme alla Florida e alla California.

Il governatore Greg Abbott, repubblicano e finora restio al nuovo lockdown, ha invitato tutti i cittadini a stare a casa:

“Non c’è alcuna ragione in questa fase a uscire di casa senza necessità reale”.

Serbia, coronavirus e… tennis.

Già, la Serbia di Novak Djkovic.

Il tennista, anti vax, ha sottovalutato la situazione, per dirla in modo elegante, e alla fine il suo tour di beneficenza ha beffato pure lui.

Il suo torneo, l’Adia Tour, il torneo organizzato in beffa alle restrizioni sanitarie, è diventato un vero e proprio focolaio.

Djokovic comunque alla fine ha ammesso l’errore: “Ci siamo siamo sbagliati, era troppo presto”.

Il risultato è che, oltre al numero 1 del ranking, ora sono positivi Dimitrov (n.19), Borna Coric (n.33) e Viktor Troicki (n.184), mentre Zverev (n.7), Andrey Rublev (n.14) e Marin Cilic (n.37) dovrebbero averla fatta franca.

D’altra parte, Dominic Thiem (n.3), che aveva partecipato alla festa di Belgrado, è partito per Nizza, dove partecipa ad un torneo-esibizione (ma a porte chiuse) con Stefanos Tsitsipas (n.6), Matteo Berrettini (n.8), David Goffin (n.10) e Benoît Paire (n.22).

Testato al suo arrivo a Nizza, Thiem ha ricevuto il via libera.

America Latina

E poi c’è l’America latina dove i morti hanno superato quota 100mila e i contagi sono abbondantemente sopra quota 2 milioni.

Insomma: ci sono delle linee di difesa allestite in questa Fase 2 che non hanno retto. Non hanno retto contro l’avanzare del coronavirus. Ora resta da capire dove e quando e se si fermerà. (Fonte: Ansa).

 

 

 

 

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