ROMA – Perché scartare in poche ore l’ipotesi più inquietante, quella dell’attentato terroristico? Il giorno stesso dello schianto del volo Germanwings, precipitato sulle Alpi francesi, è stata la Casa Bianca a dire che non si trattava di terrorismo.
L’aereo si schianta a metà mattina, la Casa Bianca nel primo pomeriggio dirama questa nota:
“Non ci sono indicazioni che l’Airbus della Germanwings sia precipitato a causa di azioni terroristiche”.
Perché tanta fretta? E perché la Casa Bianca, che con questa vicenda ha davvero poco a che fare? Il Bea, il Bureau d’enquete et d’analyse, che conduce l’inchiesta non ha ancora smentito questa ipotesi.
Attentato o suicidio, comunque sembra che si sia trattato di una scelta intenzionale. Il copilota chiuso fuori dalla cabina (e il comandante serrato dentro), la sua lotta per aprire quella porta. Nessuna richiesta d’aiuto, la velocità e la quota impostate, quasi a puntare dritto su quelle montagne.
Sembra insomma più probabile che il pilota rimasto solo in cabina abbia scelto quella fine. Perché? In un primo momento c’era stato il mistero delle identità dei piloti. Poi la Bild ha fatto chiarezza: erano due piloti tedeschi.
Patrick S. era il comandante di bordo, padre di due bambini, originario di Düsseldorf. Il copilota era Andreas L. di Montabaur (Renania-Palatinato).
Patrick S, il padre di famiglia con migliaia di ore di volo alle spalle: è lui la chiave del mistero Germanwings.