Gerusalemme est come merce di scambio, offerta dai negoziatori palestinesi all’israeliana Tzipi Livni: è quello che trapela dai Palestinian Papers diffusi dal Guardian e da Al Jazeera. Una verità, per ora presunta, contenuta in circa 1.600 documenti segreti – alcune migliaia di pagine – su un decennio di trattative di pace in Medio Oriente.
Un dossier che descrive la trattativa all’indomani della conferenza di Annapolis del 2008, una serie di carte che rivelano per il Guardian la ”morte lenta” del processo di pace, una trattativa segreta che lascia stupiti.
Si parla di concessioni offerte sottobanco dai palestinesi, tra cui alcune sul diritto al ritorno dei profughi, e ancora di leader israeliani che privatamente chiesero che alcuni cittadini arabi fossero trasferiti in un nuovo stato palestinese.
Secondo i documenti citati dai quotidiani i leader dell’Olp, oltre ad accettare l’annessione di tutti gli insediamenti ebraici a Gerusalemme tranne Har Homa ma incluso Gilo, suggerirono di scambiare parte del quartiere della parte orientale araba Sheikh Jarrah con altri territori. In un incontro trilaterale del 15 giugno 2008, scrive Al Jazeera, l’ex premier dell’Anp Ahmed Qurei propose – alla presenza di Condoleezza Rice, l’allora segretario di Stato Usa, e Tzipi Livni, ministro degli Esteri israeliano dell’epoca – l’annessione da parte di Israele di ”tutti gli insediamenti in Gerusalemme tranne Jabal Abu Ghneim (Har Homa)”, sottolineando che si trattava della prima volta nella storia che l’Anp arriva a tanto.
Il negoziatore palestinese Saeb Erekat, prosegue Al Jazeera, elencò gli insediamenti che sarebbero stati concessi, con una popolazione di 120.000 israeliani. L’Anp era pronta a concedere ”French Hill, Ramat Alon, Ramat Shlomo, Gilo, Talpiot, e il quartiere ebraico nella Gerusalemme Vecchia”. Sempre secondo Al Jazeera, ulteriori incontri del 2008 e 2009 mostrano che ”l’Anp ha fatto concessioni senza chiedere nulla in cambio”.
I palestinesi dell’Olp proposero anche di affidare a un comitato congiunto il controllo del Nobile Santuario (Haram Al-Sharif, Monte del Tempio per gli ebrei) a Gerusalemme Est, un nodo che fece naufragare nel 2000 i colloqui di Camp David quando Yasser Arafat si rifiuto’ di concedere la sovranita’ sulla Spianata delle moschee. Le offerte furono fatte nel 2008 e 2009: il negoziatore palestinese Saeb Erekat le descrisse come iniziative che ”davano a Israele la più grande Yerushalayim (il nome ebraico per Gerusalemme) della storia” allo scopo di arrivare alla pace. Ma i leader israeliani, appoggiati dal governo degli Stati Uniti, le respinsero come inadeguate.”Non ci piacciono le proposte perché non soddisfano le nostre richieste”, avrebbe risposto la Livni: ”E forse per voi non è stato facile pensarci, ma ne siamo veramente grati”.
Il flusso segreto non dovrebbe fermarsi qui però perché al Jazeera e il Guardian hanno promesso altre rivelazioni sul livello di cooperazione tra forze di sicurezza israeliana e l’Autorità Palestinese e sul ruolo centrale dell’intelligence britannica nel mettere a punto un piano segreto per sradicare Hamas dai Territori.