ROMA – Dola Indidis, avvocato kenyano, ha chiesto che la Corte internazionale di giustizia dell’Aja annulli la condanna a morte di Gesù. Dola Indis vuole anche citare in giudizio lo Stato di Israele e quello italiano, responsabili della condanna rispettivamente nelle persone dei sacerdoti del Sinedrio e di Erode Antipa, e del governatore romano della Giudea, Ponzio Pilato e dell’imperatore Tiberio.
Inoltre Italia e Israele “applicano ancora norme basate sulle leggi ingiuste dell’impero romano.” “Cristo venne torturato durante l’inchiesta, fu preso a sputi, a pugni, schiaffeggiato, insultato” continua (o delira) l’avvocato Indidis e “tra l’altro Ponzio Pilato, chiamato a giudicare Gesù, ammise di non averne facoltà.”
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Non ci credete? Sbagliato domanda. Indidis tira fuori anche il caso Giovanna D’Arco: “martire del cristianesimo, messa al rogo nel 1431 e poi riabilitata da papa Callisto III dopo una revisione del processo.”
Come dichiarato a Time da una giurista della Columbia Law School, Anthea Roberts, molto probabilmente la richiesta di Dola Indidis non sarà nemmeno presa in considerazione. Strano.
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