ROMA – Aeroporti, ambasciate, basi delle forze armate, ma anche moschee, luoghi di culto e luoghi di ritrovo di islamici. In parallelo con l’escalation dell’intervento militare della coalizione in Libia e con le minacce di Gheddafi, l’Italia rafforza le misure di sicurezza contro il rischio di attacchi terroristici.
Come indicato dalla circolare inviata dal capo della polizia, Antonio Manganelli, a prefetti e questori. I servizi segreti e l’Antiterrorismo hanno già dall’inizio della crisi libica potenziato il monitoraggio sui possibili pericoli per il Paese. Indicazioni di minacce specifiche non sono state raccolte, ma l’attenzione degli apparati di sicurezza nazionali – dato il momento – è al massimo livello.
Gheddafi ha nuovamente avuto parole dure verso l’Italia, chiamata ”traditrice” ed ha definito ”una nuova crociata contro l’Islam” l’attacco alla Libia. C’e’ dunque il rischio che questi appelli vengono raccolti dai circoli fondamentalisti presenti sul territorio nazionale. Per questo è arrivata l’indicazione di monitorare attentamente quanto si muove nelle centinaia di moschee ‘fai da te’ sparse in tutta Italia e, più in generale, nei luoghi in cui si radunano gli islamici.
Si vuole capire – anche dai sermoni degli imam – se le parole del colonnello e, più in generale, l’intervento militare in Libia cui partecipa anche Roma, hanno avuto un impatto sui gruppi radicali presenti. Tra i quali, tuttavia, Gheddafi non ha mai riscosso troppe simpatie. Monitorati anche i sostenitori del colonnello.
A Roma è stata potenziata la vigilanza delle forze dell’ordine davanti alle sedi diplomatiche di Paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. Analoga attenzione è stata dedicata anche alle sedi istituzionali e governative. Blindati presidiano inoltre l’ambasciata libica. Allerta potenziata anche all’aeroporto di Fiumicino, dove c’è stata un ulteriore stretta sui controlli e sui livelli di sicurezza. L’aumento della sorveglianza riguarda in particolare i cosiddetti obiettivi sensibili, i voli delle compagnie considerate a rischio, i controlli dei documenti dei passeggeri e delle aree di accesso alla zona aeroportuale. A Napoli si è riunito il Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico per adeguare le misure di sicurezza sugli obiettivi sensibili. Nel capoluogo partenopeo hanno sede, tra l’altro, il quartier generale delle forze Nato nel Mediterraneo, nel quartiere Bagnoli ed il comando delle forze della marina statunitense, a Capodichino. Particolare preoccupazione c’è poi per gli interessi italiani in Libia e per i connazionali ancora presenti nel Paese nordafricani.