Giamaica. Scontri tra polizia e narcotrafficanti, sarebbero 44 i morti e non 60

Le autorità giamaicane hanno confermato mercoledì 26 maggio che nelle violenze che hanno scosso l’isola negli ultimi giorni ci sono stati almeno 44 morti. Fonti ospedaliere e conteggi dell’Afp avevano dato conto ieri di almeno 60 morti.

Il tutto ha avuto origine dalla decisione del governo giamaicano di estradare negli Stati Uniti Christopher “Dudus” Coke, 41 anni, che si dichiara come un semplice uomo d’affari e gode del sostegno di molti abitanti poveri di Kingston, che lo vedono come un benefattore e hanno promesso di proteggerlo ad ogni costo. Quando un gruppo congiunto di esercito e polizia ha preso d’assalto il castello di Christopher “Dudus” Coke nel distretto di Tivoli Gardens della capitale Kingston, diverse stazioni di polizia sono state attaccate ed è stato proclamato lo stato di emergenza in alcune parti di Kingston.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti lo accusa, invece, di essere uno dei baroni della droga più pericolosi al mondo, specie se consideriamo che il traffico di droga è molto radicato in Giamaica, un’isola di 2,8 milioni di persone con uno dei più alti tassi di omicidi al mondo.

Secondo gli Usa, Coke sarebbe a capo di una banda chiamata Shower Posse, a causa dell’enorme volume di proiettili utilizzati negli assalti e di gestire una rete internazionale di contrabbando. La banda è stata anche accusata di numerosi omicidi in Giamaica e Stati Uniti. Mr Coke, che ha “ereditato” la gang dal padre Lester Lloyd Coke, aka Jim Brown, deve affrontare una condanna a vita in caso di condanna delle accuse presentate contro di lui a New York.

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