SYDNEY, AUSTRALIA – Australia, Nuova Zelanda, gli Usa e i Paesi Bassi, tutte nazioni contrarie alla caccia alle balene condotta dal Giappone con il pretesto della ricerca, fanno appello a un ‘’comportamento responsabile’’ da parte del gruppo ambientalista radicale Sea Shepherd, che come ogni estate australe si prepara a ostacolare con operazioni di guerriglia le baleniere giapponesi nell’Oceano antartico.
In un comunicato congiunto i quattro governi dichiarano di rispettare il diritto alla protesta pacifica ma useranno la forza della legge contro qualsiasi ‘’attivita’ illegale’’. Ed esortano gli attivisti ad astenersi da qualsiasi azione che metta in pericolo vite umane. ‘’Rinnoviamo il nostro appello ai comandanti di tutte le navi coinvolte perche’ sia assicurata l’incolumita’ delle vite umane in mare e siano osservate le regole internazionali per evitare collisioni o infortuni fra i manifestanti o fra gli equipaggi delle baleniere’’, aggiunge il comunicato.
Le quattro nazioni ribadiscono di essere ‘’risolutamente opposte’’ alla caccia alle balene nell’Oceano antartico, dichiarato santuario dalla Commissione baleniera internazionale. ‘’Nella protezione e nella gestione moderna delle balene non sono necessarie tecniche di ricerca letali’’, osservano. Secondo il comandante della flotta di protesta, Paul Watson, l’avvertimento e’ diretto solo a loro ‘’ma i giapponesi sono i soli che hanno causato infortuni, quando abbiamo cercato di bloccare le loro operazioni. Non abbiamo ferito nessuno di loro ne’ danneggiato loro proprieta’’’.
La scorsa estate il Giappone e’ stato costretto a interrompere prematuramente la caccia ai grandi cetacei a causa degli attacchi di Sea Shepherd, dopo aver catturato appena 172 balene, un quinto della quota prefissata.
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