Giappone, cresce l’apprensione per 5 italiani

ROMA – Sono cinque gli italiani residenti nelle aree devastate da terremoto e tsunami che mancano ancora all’appello. E se e’ vero che e’ sceso il numero dei connazionali con i quali non e’ stato possibile stabilire alcun contatto (ieri sera erano 17), cresce la preoccupazione per quei pochi che ancora non si sono fatti vivi a quasi tre giorni dal disastro. Ambasciata a Tokyo e Unita’ di crisi della Farnesina lavorano 24 ore su 24 per rintracciare anche quegli ultimi connazionali residenti in due delle quattro prefetture piu’ colpite, quelle di Miyagi e Iwate, nel nord-est del Giappone.

Tutti in salvo e in buona salute invece i 254 italiani non residenti che si trovavano temporaneamente nel Paese nipponico per turismo o lavoro. ”Le segnalazioni arrivateci dalle famiglie – riferiscono infatti alla Farnesina – sono state tutte evase positivamente”. Mentre cresce l’incubo atomico, l’ambasciatore italiano Vincenzo Petrone ha confermato poi che non ci sono problemi per i 5 connazionali residenti nella prefettura di Fukushima e che nessun italiano si trova ora a meno di cento chilometri dalla centrale nucleare. A differenza di quella francese, la legazione italiana, pur avvertendo dell’ ”emergenza nucleare”, non ha invitato i cittadini residenti a Tokyo ad andare via.

Anche se la Farnesina e’ tornata oggi con un nuovo avviso a ”sconsigliare di intraprendere viaggi in Giappone per ragioni non strettamente necessarie ed urgenti, anche in ragione dei comunicati dell’Agenzia Meteorologica giapponese che, se da un lato ha revocato l’allarme tsunami, dall’altro ha indicato la possibilita’ di nuove, anche forti, scosse di assestamento”. Nessuna novita’ anche sul fronte aiuti: l’Italia ha gia’ messo a disposizione un team di assistenza e generi di prima necessita’ in attesa del via libera delle autorita’ di Tokyo, che potrebbe arrivare domani.

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