TOKYO – La città di Osaka dichiara guerra ai tatuaggi fino a minacciare i dipendenti di licenziamento: il sindaco Toru Hashimoto, astro nascente della politica nipponica e noto per le sue posizioni populiste e nazionaliste, ha tuonato contro ''l'aria indisciplinata: chi vuole tenerli e' opportuno vada a lavorare per le imprese private''.
Hashimoto, poco piu' che quarantenne, ha illustrato oggi i dati provvisori del sondaggio fatto tra i 33.500 impiegati, al netto degli insegnanti, da cui e' emerso che 110 hanno 'segni' sul corpo, di cui 98 persone ben visibili in parti come braccio, gamba, testa e collo.
A partire dal primo maggio, Hashimoto ha dato precise istruzioni ai dipendenti comunali, definendo ''non appropriato il lavoro in abiti che rendano visibili i tatuaggi'' e chiedendo a tutti di compitare i relativi moduli entro il 10 maggio. Su un foglio, infatti, era stilizzata la parte anteriore e posteriore di una persona e si chiedeva di segnala ''con precisione'' numero, grandezza e punto esatto ''delle immagini'' riprodotte sulla pelle.
L'iniziativa ha avuto origine dalle polemiche nate dall' incidente accaduto a febbraio quando un dipendente comunale ha mostrato i tatuaggi ai bambini di un centro per l'infanzia.
In Giappone dal 1948 non esiste una legge che punisce o proibisce i tatuaggi che pero' sono storicamente legati agli affiliati della 'yakuza', la mafia nipponica.