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Incendi, radiazioni, maltempo: i nomi della paura in Giappone

di Maria Elena Perrero |16 Marzo 2011 20:33

TOKYO –  La paura, impalpabile come le radiazioni, si sta impossessando dei gentili giapponesi. Questa primavera non ci saranno pic-nic all’ombra dei ciliegi, restano gli inchini con cui anche gli incaricati a controllare la radioattività delle persone si avvicinano a queste. Ma non si sa ancora per quanto.

Un segno della tensione l’ha dato l’imperatore in persona, il “tenno”, cioè sovrano celeste. Per la prima volta Akihito è apparso in televisione, durante una diretta non stop monotematica sulla crisi della centrale nucleare di Fukushima della Nhk.: ”Prego dal profondo del cuore perché la gente possa superare questo momento difficile aiutandosi a vicenda, mano nella mano”.

L’imperatore si è rivolto alla nazione devastata dal sisma in una iniziativa senza precedenti, sobrio e composto al pari della gente comune alle prese con le difficoltà quotidiane del dopo catastrofe. ”Provo una profonda tristezza per la grave situazione nelle aree del disastro”, ha detto Akihito nel video diffuso dall’ Ente per la Casa Imperiale, secondo cui il messaggio è nato dal desiderio dell’imperatore e della consorte Michiko di comunicare direttamente con la popolazione. Con voce flebile ma ferma, l’imperatore di è detto ”colpito dal coraggio dei sopravvissuti, che cercano comunque di farsi forza e continuare a vivere in questo enorme disastro”.

Nel discorso non è mancato, insieme al ringraziamento per i soccorsi decisi dalla comunità internazionale, il riferimento alla gravi crisi di Fukushima, che continua a tenere col fiato sospeso il mondo intero. ”Sono profondamente preoccupato per la situazione imprevedibile creatasi nella centrale nucleare – continua Akihito -, e confido nel grande sforzo degli operatori al lavoro per scongiurare il peggio”.

Il suo messaggio arriva sugli schermi sempre accesi tv nelle stazioni e nei negozi, con l’atteggiamento composto che ha caratterizzato il comportamento dei giapponesi fin dal primo giorno di crisi. Nei supermercati lunghe code, ma niente concitazione, assalti agli scaffali o corse ad accaparrarsi quantità eccezionali di cibo. Stesse scene anche di fronte ai razionamenti della benzina e dell’elettricità: misure che hanno portato disagi, ma comunque accettate dalla popolazione nell’ottica dello sforzo comune. Ai razionamenti non si è voluto sottrarre lo stesso imperatore di 77 anni, confermando una volta di più la sua figura di ‘tenno’ (imperatore) ‘umano’ e non divino come i suoi predecessori. Insieme alla consorte Michiko, l’imperatore ha spento le luci del palazzo, per due ore al giorno, desideroso di ”condividere con la popolazione le difficoltà del risparmio energetico”.

Del resto oggi anche i dati ufficiali, solitamente cauti al limite della menzogna, come hanno dimostrato gli ultimi giorni e le rivelazioni di WikiLeaks, non lasciano grandi speranze sulla gravità della situazione. La conta dei morti e dei dispersi è arrivata a quota 24mila.

Gli incendi nemmeno oggi hanno risparmiato la centrale nucleare di Fukushima. Continua l’opera degli idranti, così come l’iniezione di acqua marina nel circuito di raffreddamento per ridurre la temperatura del nocciolo. Gli incendi che si sono sviluppati nei reattori 3 e 4 della centra di Fukushima ”non riguardano il reattore, ma la piscina di stoccaggio del combustibile che si trova al quarto piano dell’edificio del reattore”, spiega Stefano Monti, direttore dell’Unità metodi di sicurezza dei reattori dell’Enea. La piscina di stoccaggio del combustibile è una struttura diversa dal contenitore di acciaio (vessel) che racchiude le barre di combustibile. Quest’ultimo è il cuore del reattore ed è protetto da un contenitore di cemento armato. La piscina si trova all’esterno di questo contenitore.

Nelle piscine di stoccaggio viene immagazzinato il combustibile una volta utilizzato: quando questo viene rimosso non si può portare via subito perché continua a sviluppare calore dovuto al processo di decadimento radioattivo. Per questo motivo è necessario che anche questo combustibile venga raffreddato. Tuttavia nella centrale di Fukushima 1 non è stata ancora ripristinata la rete elettrica che permette di far funzionare il sistema di refrigerazione e questo potrebbe aver provocato un eccesso di calore liberato dal combustibile nella piscina di stoccaggio. L’acqua rimasta, a contatto con le barre, potrebbe aver reso instabile l’idrogeno che, esplodendo, ha provocato l’incendio. In tutte le centrali ad acqua bollente (Bwr), come quelle di Fukushima 1, la piscina di stoccaggio del combustibile si trova all’interno dell’edificio del reattore. ”Nelle nuove centrali di terza generazione, come quelle scelte dall’Italia, si prevede invece un edificio ad hoc per la piscina di stoccaggio”, ha osservato Monti. Le autorità giapponesi si sono dette preoccupate delle condizioni del deposito di combustibile.

A metter ancora di più alla prova i giapponesi mancava solo il maltempo. Ed è arrivato. Venti forti battono la costa, forti nevicate espongono al rischio valanghe: la regione di Fukushima, in particolare, è nella morsa del maltempo. Nella zona costiera di Okuma, in cui si trova la centrale di Fukushima 1, si prevedono venti forti e cielo nuvoloso. Nelle province vicine le previsioni avvisano invece della possibilità di valanghe e forti nevicate con una probabilità di piogge in serata pari al 30%.

Così continua la fuga di chi può andarsene. La Germania ha invitato i suoi cittadini a lasciare il paese, dopo che negli scorsi giorni inviti simili erano stati rivolti da Parigi, Washiongton e Londra. Anche alcune tra le principali aziende del nord Europa, come Ikea e H&M, hanno proposto ai loro impiegati giapponesi di lasciare Tokyo e le zone circostanti per dirigersi più a sud, per fuggire dalla minaccia nucleare proveniente dalla centrale di Fukushima. Anche le compagnie aeree Finair e Sas hanno preso misure per proteggere il proprio personale, sopprimendo i soggiorni di scalo a Tokyo.

Domani, 17 marzo, a controllare come stanno le cose nella centrale nucleare proverà un drone, cioè un aereo senza pilota, dell’esercito americano. Equipaggiato con sensori a infrarossi, si alzerà in volo per scattare delle fotografie che forniscano indicazioni utili su cosa sta succedendo dentro gli edifici che ospitano i reattori, intorno ai quali è stato segnalato un alto livello di radiazioni.

Ormai gli uomini non possono più avvicinarsi. Anche se il nemico rimane invisibile.

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