Giappone, all’università studiano misure contro i “copioni high tech”

Pubblicato il 4 Marzo 2011 - 13:12 OLTRE 6 MESI FA

TOKYO – Le università giapponesi corrono ai ripari per fermare gli studenti ‘copioni’ hi-tech, dopo lo scandalo che ha visto i test di ammissione finiti su Internet durante le prove, cercando sistemi di sicurezza in grado di rendere impossibile l’utilizzo dei cellulari nelle aule d’esame. Secondo quanto riferisce la stampa nipponica, numerosi atenei si sono rivolti ai principali produttori nazionali dei cosiddetti ‘jammer’ per telefonini, dispositivi capaci di interferire con le onde radio e impedire la trasmissione di dati e voce attraverso i cellulari.

Con l’emergere delle notizie sui test universitari finiti online, un argomento che ha dominato negli ultimi giorni i titoli di giornali e tv, la compagnia specializzata Macros Japan di Tokyo ha riferito di aver ricevuto numerose telefonate dagli istituti accademici del Paese, un fenomeno confermato anche dal concorrente Sansei Yusoki di Osaka. I responsabili delle università hanno chiesto informazioni dettagliate sui jammer, come prezzo dei dispositivi, modi e tempi di un’eventuale installazione nelle aule dei test.

La corsa degli atenei alle contromisure tecnologiche appare tuttavia in salita: i congegni blocca-cellulare vengono normalmente affittati con contratti pluriennali, e in base a dimensioni e potenza possono costare anche migliaia di euro al mese. Per il loro utilizzo, inoltre, è necessario ottenere un’apposita autorizzazione governativa. ”Il tentativo di bloccare le onde radio nelle scuole si è già dimostrato difficile – spiega un responsabile del ministero degli Interni al quotidiano Mainichi – in quanto le aule solitamente presentano diverse finestre di vetro”.