Biografo Wojtyla: “Giovanni Paolo II non si flagellava”

Pubblicato il 29 Gennaio 2010 - 16:00 OLTRE 6 MESI FA

Il biografo di Giovanni Paolo II mette in dubbio «che il papa si flagellasse». Gianfranco Svidercoschi, ex vice direttore dell’Osservatore Romano, ha scritto con Wojtyla il libro “Dono e Mistero”. Nel nuovo libro che ripercorre la vita dell’ex pontefice è scritto che il papa si flagellava per emulare le sofferenze di Cristo.

Il libro “Perché è santo”, uscito martedì 26 gennaio, è stato scritto da Slavomir Oder, “postulatore” della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II. L’autore dello scritto rivela una serie di dettagli sconosciuti sul pontefice: ad esempio, quando non era malato, Wojtyla si infliggeva del dolore così da sentirsi più vicino a Dio.

«Gli episodi citati – spiega adesso Svidercoschi – venendo talvolta dalla testimonianza di una sola persona, finiscono per essere assolutizzati e, pur senza volerlo, piegati a una certa interpretazione». Il biografo mette in dubbio anche altri esempi citati nel libro, come «l’atteggiamento di Giovanni Paolo II su Medjugorje, che era molto più cauto; i rapporti con padre Pio, e anche per l’ipotesi sulle Brigate Rosse: in Vaticano nessuno ne aveva mai sentito parlare».

Nel nuovo libro, invece, Oder fa riferimenti espliciti soprattutto sull’aspetto della flagellazione: spiega per esempio che lo faceva sia «a Cracovia che in Vaticano». A conferma della tesi Oder cita testimonianze di persone dell’entourage papale.

«Nel suo armadio – racconta – in mezzo alle tonache, era appesa sull’attaccapanni una particolare cintura per i pantaloni, che lui utilizzava come frusta e che faceva portare sempre anche a Castel Gandolfo». Quando era vescovo in Polonia, invece, «a volte passava la notte coricato sul pavimento, per praticare la privazione e l’ascetismo».