Giulio Regeni collaborò con azienda privata intelligence

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Febbraio 2016 - 09:20 OLTRE 6 MESI FA
Giulio Regeni collaborava con agenzia intelligence a Londra

Giulio Regeni collaborava con agenzia intelligence a Londra

ROMA – Giulio Regeni collaborò con agenzia intelligence a Londra. Chi sta cercando di dare un nome e un volto a chi lo ha brutalmente picchiato e torturato, ha raggiunto la ragionevole certezza che Giulio Regeni sia stato ucciso per le informazioni raccolte nel suo lavoro. Informazioni che qualcun altro potrebbe aver commissionato per altri scopi o utilizzato per passarle ad altri soggetti.

Oxford Analytica fondata da ex funzionario Usa implicato nel Watergate. A questo proposito, un altro tassello al vaglio degli inquirenti e forse utile a rintracciare un movente plausibile alla sua scomparsa, arriva dalla Gran Bretagna: Giulio collaborava con un’azienda di intelligence a Londra, fondata da un ex funzionario Usa implicato nello scandalo del Watergate che valse le dimissioni dell’allora presidente Richard Nixon. Alessandra Rizzo de La Stampa spiega il tipo di lavoro svolto dall’agenzia – che procura dossier informativi per una selezionata cerchia di clientela che commissiona la ricerca – e il coinvolgimento di Giulio Regeni.

Oxford Analytica è un ulteriore tassello nella storia di Giulio, un altro pezzo dei dieci anni trascorsi dal ricercatore di Cambridge nel Regno Unito, e potrebbe, forse, fornire qualche dettaglio per spiegare la sua morte. Il gruppo analizza tendenze politiche ed economiche su scala globale per enti privati, agenzie e ben cinquanta governi, una specie di privatizzazione di altissimo livello della raccolta di intelligence.

Ha uffici, oltre che a Oxford, a New York, Washington e Parigi, e vanta una rete di 1,400 collaboratori. Promette “actionable intelligence”, informazioni su cui si possa agire, senza ideologie o inclinazioni politiche. Dal settembre 2013 al settembre 2014, Giulio ha lavorato alla produzione del “Daily Brief”, una decina di articoli pubblicati ogni giorno sugli eventi principali e mandata a una lista di clienti d’elite. E’ uno dei prodotti di punta del gruppo, modellato sui briefing che Kissinger preparava per Nixon. (Alessandra Rizzo, La Stampa)

“Noi non c’entriamo nulla” con la morte e la scomparsa di Giulio Regeni ha scritto oggi l’Egitto in una nota ufficiale inviata alla nostra intelligence per ribadire l’estraneità dei servizi segreti del Cairo nella vicenda. Una nota dove però non c’è alcun elemento che confermi o escluda la possibilità che il nome di Regeni fosse conosciuto dagli 007 egiziani. E d’altronde, lo spiega bene il professore Khaled Fahmy dell’American University al Cairo, quello del lavoro, dei sindacati e degli attivisti “è il topic più pericoloso di cui occuparsi” al Cairo, un tema su cui “le agenzie di sicurezza sono molto sensibili”.

La professoressa Maha Abdelrahman – audita dal pm Sergio Colaiocco – tutor di Regeni alla Cambridge University assieme alla collega Anne Alexander ha spiegato, tra l’ altro, che la ricerca di Giulio era diventata ‘partecipata’, vale a dire prevedeva una partecipazione attiva alla vita degli organismi di cui doveva occuparsi. Se questo possa aver influito sul destino di Giulio, però, la professoressa non ha saputo dirlo.

Primavere arabe, sindacati: regime di Al Sisi sul chi va là. Quel che è certo è che l’attuale campo di studio di Maha Abdelrahman è rappresentato dalle primavere arabe e dalla storia delle lotte sociali in Medio Oriente in quest’inizio di secolo. Temi che potrebbero aver destato l’interesse degli apparati, anche in considerazione di quel che la professoressa scriveva un anno fa proprio sull’Egitto di Sisi.

Un regime che, diceva, fondava la sua unica legittimità sulla promessa di ripristinare la sicurezza e che arruolava grandi settori della popolazione affinché diventassero soggetti attivi “nella sorveglianza e nella segnalazione” di quel che accade nella società. Ma Adbelrahman, in quell’articolo, parlava anche dei Baltagiya, letteralmente i banditi, squadroni utilizzati per il lavoro sporco e non ufficiale nei confronti di dissidenti, oppositori e chiunque possa dar fastidio.