Giulio Regeni, Matteo Renzi: “Cambridge sta nascondendo qualcosa?”

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Giulio Regeni, Matteo Renzi: “Cambridge sta nascondendo qualcosa?”

ROMA – “Cambridge sta nascondendo qualcosa?“. Se lo domanda Matteo Renzi che, in un tweet apparso oggi mercoledì 2 novembre sul suo profilo, torna a chiedere chiarezza sulla vicenda di Giulio Regeni, il ricercatore friulano trovato ucciso in Egitto tra il gennaio e il febbraio 2016. A riaccendere i riflettori sull’Università presso la quale Giulio era dottorando è una nuova rogatoria inviata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dal sostituto Sergio Colaiocco. E’ la terza trasmessa alle autorità inglesi e che di fatto chiede di poter riascoltare una delle docenti del giovane, che era uno dei suoi punti di riferimento per il periodo di studio in Egitto.

“Noi vogliamo con forza la verità su Giulio Regeni – ha scritto Matteo Renzi – La verità, solo quella. Per questo chiediamo da mesi chiarezza anche all’Università di Cambridge, come oggi fa il quotidiano La Repubblica. Il team che seguiva Giulio sta nascondendo qualcosa?”

Nella prima rogatoria, a giugno del 2016, gli investigatori italiani chiedevano tra l’altro, l’audizione di Abdel Raman ma la docente si rifiutò di presentarsi davanti all’autorità giudiziaria inviando, alcune settimane dopo, una mail in cui raccontò di avere incontrato per pochi minuti Regeni la mattina del 7 gennaio del 2016 in un bar del Cairo.

In una seconda rogatoria, i pm di piazzale Clodio hanno chiesto alla Oxford Analytica (società di analisi e consulenza) notizie sul rapporto con Regeni. Dalla società hanno fatto sapere che con il ricercatore friulano non c’erano rapporti dal settembre del 2014 quando Giulio li aveva lasciati così come non risultano contatti tra il ricercatore e la Fondazione Antipode che avrebbe dovuto finanziare la sua ricerca con 10mila euro.

Dalle precedenti rogatorie non è emerso, inoltre, che Regeni avesse conti correnti in Inghilterra riconducibili a lui. Come riporta Il Gazzettino:

Il 9 ottobre scorso il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, e il sostituto Sergio Colaiocco hanno trasmesso all’autorità giudiziaria del Regno Unito un ordine di rogatoria in cui si chiede l’interrogatorio formale della professoressa Maha Mahfouz Abdel Rahman, la tutor a Cambridge di Giulio Regeni, e l’acquisizione dei suoi tabulati telefonici, mobili e fissi, utilizzati tra il gennaio 2015 e il 28 febbraio 2016, per ricostruire la sua rete di relazioni.

In particolare, con l’interrogatorio la procura di Roma intende fare chiarezza su cinque aspetti: chi ha scelto il tema specifico della ricerca di Giulio, che ha scelto la tutor che in Egitto l’avrebbe seguito, chi ha scelto e con quale modalità di studio la «ricerca partecipata», chi ha definito le domande da porre agli ambulanti intervistati dal ricercatore e se Regeni abbia consegnato alla professoressa Abdel Rahman l’esito della sua ricerca durante un incontro al Cairo il 7 gennaio del 2016.

Oltre all’audizione della professoressa Maha Abdel Raman, la Procura di Roma ha chiesto nella rogatoria inviata all’autorità giudiziaria anche di identificare e ascoltare, alla presenza di inquirenti italiani, tutti gli studenti che l’università, sotto il controllo della docente, ha inviato al Cairo tra il 2012 e il 2015.

I magistrati di piazzale Clodio vogliono capire se anche in altri casi, come quello di Regeni, gli studenti abbiano effettuato ricerche sui sindacati indipendenti che operano in Egitto. Una materia che la “tutor” aveva chiesto a Regeni di approfondire anche se il suo dottorato riguardava il tema generale dello sviluppo economico dello stato nordafricano.

Le autorità giudiziarie britanniche avranno tempo fino al 23 gennaio per rispondere alla nuova rogatoria, che ora formalmente si chiama Ordine europeo di investigazione, che è stata notificata in Inghilterra il 23 ottobre scorso.

 

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