Iraq e Kuwait 20 anni dopo la guerra del Golfo ancora ai ferri corti

Saddam Hussein

A 20 anni dalla guerra del Golfo, dalla Tempesta del deserto e fra Iraq e Kuwait non corre buon sangue. Il 2 agosto del 1990 le truppe di Saddam Hussein invasero il Kuwait. I due paesi però sono ancora ai ferri corti, sulle compensazioni che Baghdad è stata condannata dall’Onu a pagare, ma anche su quelle che gli iracheni chiedono ora all’ emirato, per la guerra del 2003.

Giovedì scorso il comitato dell’Onu incaricato di gestire i fondi iracheni destinati al Kuwait ha consegnato una nuova tranche di 650 milioni di dollari ai kuwaitiani, che così ne hanno finora incassati 30,1 miliardi. Ne rimangono ancora da versare 22,3 miliardi, che devono essere reperiti in massima parte con la specifica ”tassa” del cinque per cento imposta a Baghdad sui proventi della vendita del petrolio iracheno.

In Iraq c’è chi chiede al Kuwait i danni per aver consentito alle truppe americane e della coalizione di usare il proprio territorio per lanciare l’offensiva del 2003, che infine ha spodestato Saddam. Coloro che ora chiedono i danni al Kuwait ”non dovrebbero dimenticare che ora non sarebbero al potere se non fosse stato per gli Usa: la loro richiesta non ha senso”, ha replicato alla tv al Arabiya un famoso scrittore kuwaitiano, Fuad al Hashem.

Sembra quasi che due decenni siano passati invano, scrivono diversi osservatori in questi giorni in cui si avvicina il 20/mo anniversario dell’invasione. Edmund O’Sullivan sull’autorevole rivista finanziaria mediorientale Meed, va anche oltre, ricordando i risultati, anche politici, di quella guerra.

Molti ricordano pure che nei sei mesi successivi la diplomazia internazionale si spese senza tregua, ma invano, per evitare il peggio. Il ministro degli esteri iracheno, il cristiano Tareq Aziz, fece la spola tra le maggiori capitali del mondo, cercando di trovare un via d’uscita onorevole.

”Volevamo la pace”, ha poi affermato Saddam Hussein 13 anni dopo, nel 2004, negli interrogatori a cui venne sottoposto dall’ Fbi, di cui le minute sono state rese note lo scorso anno. Cruciale fu un incontro con l’allora segretario di Stato Usa James Baker a Ginevra, nel gennaio del 1991. ”Dalla prospettiva della leadership irachena l’incontro aveva lo scopo di sfruttare ogni possibilita’ di pace”, ha scritto in quelle minute l’agente speciale dell’Fbi George Piro, che condusse gli interrogatori con Saddam.

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