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Guantanamo. Giudice Usa: “Nessuna prova, liberate detenuto Ould Slahi”

di admin |10 Aprile 2010 9:23

Mohamedou Ould Slahi, sospettato di essere legato agli attentatori dell’11 settembre, deve essere liberato. Il governo Usa non ha prove per continuare a tenere un noto detenuto a Guantanamo. Secondo il giudice distrettuale James Robertson, in effetti, il governo di Washington non è stato in grado di provare che fosse parte di Al-Qaeda al momento della cattura. Secondo il magistrato, il governo non può continuare a mantenere a Guantanamo Ould Slahi solo per timore che possa riprendere i suoi contatti con Al Qaeda o commettere azioni illegali. La sentenza del giudica James Robertson, citato dal Washington Post, risale al 22 marzo, ma la motivazione è stata resa nota soltanto adesso.

Secondo la American Civil Liberties Union (Aclu), Slahi era stato arrestato poco dopo l’11 settembre 2001 in Mauritania, portato in Giordania, interrogato e sottoposto ad abusi per otto mesi, quindi spedito a Bagram, in Afghanistan, per poi essere inviato a Guantanamo, in cui è prigioniero dall’agosto 2002. «La detenzione di Slahi – ha commentato un avvocato di Aclu, Jonathan Hafetz – per otto anni senza alcuna imputazione precisa o un processo rappresenta uno dei più esecrabili abusi di Guantanamo». Nel 2009, inoltre, un rapporto del Comitato sulle forze armate del Senato Usa aveva descritto nel dettaglio le torture cui è stato sottoposto Slahi. Il mauritano è stato tenuto per mesi in isolamento, in una cella gelata, gettato a terra, privato di cibo, costretto a bere acqua salata, obbligato a stare per ore in piedi in una stanza con forti luce e con musica heavy metal per ore. Inoltre gli è stato vietato di pregare ed è stato picchiato. Non basta, gli era stato anche raccontato che la madre sarebbe stata arrestata e inviata a Guantanamo, il che era falso.

Secondo il giudice Robertson Slahi, che negli anni Novanta aveva promesso lealtà al Al Qaeda, non stava in realtà fornendo alcun sostegno al gruppo terroristico al momento del suo arresto a fine 2001. Inoltre, argomenta ancora il giudice, i sospetti di terrorismo precedenti alla sua cattura sono «troppo brevi o esili per servire come base sufficiente per la detenzione».

Il ‘Washington Post’ scrive che il rapporto della Commissione sull’11 settembre, sostiene che Slahi nel 1999 avrebbe detto a due dei futuri attentatori delle Torri Gemelle di andare in Afghanistan. Il giudice Robertson, però, afferma che vi sono solo prove che Slahi abbia ospitato tre uomini nella sua casa in Germania, e che uno di loro era Ramzi Binalshib, uno degli elementi chiave della pianificazione dell’11 settembre.

Al momento, ci sono 183 detenuti a Guantanamo, stando almeno ai numeri forniti dal Dipartimento di giustizia Usa. Il presidente Barack Obama, tuttavia, non ha rispettato la deadline del gennaio scorso che si era dato per la chiusura di Guantanamo, sia perchè perchè alcuni paesi d’origine non vogliono riprendersi i propri detenuti, sia per problemi legati alle modalità di processo per altri detenuti.

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