RAQQA, SIRIA – E’ cominciata l’operazione anti Isis in Siria: gli americani e i loro alleati arabi hanno cominciato a bombardare la zona di Raqqa. Il governo americano ha detto di aver agito perché temeva attacchi dai terroristi (non solo Isis ma anche al Qaeda).
Le “nazioni partner” che partecipano “in pieno” sono l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, la Giordania e il Baherein
Secondo il Centcom (il comando delle operazioni Usa centro) di Tampa in Florida, i raid lanciati nella notte dagli Usa e da cinque Paesi arabi che fanno parte della coalizione sono stati effettuati per sventare “un imminente attacco” contro l’America e gli interessi occidentali da “veterani di al Qaeda”. In particolare, gli americani hanno inserito tra i loro obiettivi il meno conosciuto gruppo qaedista Khorasan. Il Pentagono ha dichiarato che otto dei raid effettuati nella notte sono stati proprio contro Khorasan, gruppo formato da ex operativi di al Qaeda, che “stavano progettando un attacco imminente contro gli interessi Usa e occidentali”
Aerei da combattimento, bombardieri e missili Tomahawk lanciati dalle navi che incrociano nella regione hanno colpito obiettivi nel nord del Paese. E non è ancora finita. “Le forze militari Usa e delle Nazioni partner stanno conducendo azioni militari contro terroristi dell’Isil in Siria”, ha reso noto il portavoce del Pentagono, ammiraglio John Kirby, aggiungendo che “poiché le operazioni sono in corso non siamo al momento in posizione di fornire altri dettagli”.
“La decisione di condurre i raid aerei è stata presa oggi dal comandante del Comando centrale Usa sulla base dell’autorizzazione ricevuta dal Comandante in capo”, il presidente Barack Obama, ha detto l’ammiraglio Kirby.
Secondo quanto riferisce il Washington Post, gli Usa avevano individuato almeno 20 obiettivi da colpire nella prima ondata di bombardamenti in Siria, che fa seguito ad una campagna avviata già lo scorso 8 agosto contro obiettivi dell’Isis in Iraq. Da allora, a ritmo quotidiano, i caccia americani hanno preso di mira e distrutto almeno 190 obiettivi.
Fino ad ora è stata però soprattutto una campagna a carattere di difesa, per proteggere il personale diplomatico e militare americano nel Nord dell’Iraq e per sostenere le forze irachene impegnate a contrastare l’avanzata dell’Isis nella regione della strategica diga di Mosul e verso la città di Erbil, capitale del Kurdistan iracheno.
Questa volta, secondo le indicazioni, gli obiettivi presi di mira sarebbero nel ‘cuore’ dello Stato islamico, a Raqqa, la città nel nord della Siria dove il ‘califfo’ Abu Bakr al Baghdadi ha posto la sua ‘capitale’. In particolare si parla di centri di comando e controllo e di campi di addestramento e di depositi di armi e munizioni. La conferma sembra arrivare proprio dagli abitanti della città, che via Twitter riferiscono di numerose esplosioni e di continui sorvoli di aerei da guerra.
Più di 20 miliziani dello Stato islamico sono morti negli attacchi aerei. Lo ha riferito la ong Osservatorio siriano dei diritti umani.