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Guerra in Ucraina, l’orrore raccontato da una mamma che ha visto morire la figlia nei bombordamenti

Sono nata in guerra, morirò in guerra“: dice una donna nella città di Kramatorsk, in Ucraina. Qui la giornalista dell’Independent Bel Trew l’ha incontrata. Ecco il suo racconto.

Guerra in Ucraina, il racconto di una mamma che ha perso la figlia

Olena e suo marito Nikolai stavano cercando di seppellire un anziano vicino di casa quando dal cielo sono caduti frammenti di schegge che hanno aperto in due la testa di Anastasia, la loro figlia adolescente di 15 anni.

Nikolai, 52 anni, stava camminando tenendo il corpo del vicino che usava per proteggersi dall’esplosione. Rannicchiato sotto il cadavere, assisteva impotente e con orrore al massacro della moglie e della figlia. 

Il villaggio dove vivono a Donetsk è in prima linea nella feroce guerra iniziata a febbraio con l’invasione dell’Ucraina è letteralmente in prima linea nella feroce guerra iniziata con l’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin.

Situato a pochi metri nel territorio ucraino, presto potrebbe essere inghiottito dalle truppe russe, che hanno proseguito con un’avanzata a Donetsk dopo aver catturato l’intera regione adiacente di Luhansk.

E’ un’infernale terra di nessuno, dove gli abitanti del villaggio si rannicchiano nei loro seminterrati mentre sulle loro teste infuria il combattimento.

La figlia morta colpita da schegge in un bombardamento

“Urlavo il nome di Anastasia, urlavo che era morta”, dice Olena, 51 anni, in lacrime nel letto d’ospedale a Kramatorsk, una città sotto attacco, a circa 18 km a sud del villaggio. 

I medici che la stanno curando affermano che durante l’attacco – avvenuto il giorno prima dell’intervista – ha riportato gravi ferite alla testa, alle braccia e alle gambe.

“La testa di mia figlia era stata spaccata, si vedeva il cervello. Era la mia unica figlia”. 

A confortarla c’è una delle sue vicine, Olga, racconta che “ogni giorno una casa nel nostro villaggio viene colpita da qualsiasi cosa, anche dal fosforo bianco”, dice tremante a The Independent.

“È troppo pericoloso seppellire correttamente le persone. Ora avvolgiamo i corpi in una coperta e li mettiamo nelle buche scavate nei nostri giardini”.

Timorosi di eventuali ripercussioni da entrambe le parti, le persone chiedono che la loro identità e l’ubicazione del villaggio rimangano segrete. 

Sono riluttanti ad attribuire la colpa per la violenza, sostenendo di essere stati attaccati da entrambe le parti.

“Vogliamo solo la pace… vogliamo la fine di questa guerra”, aggiunge Nikolai, disperato.

I continui attacchi della Russia

E’ improbabile. Questa area orientale dell’Ucraina è ora il fulcro dell’assalto del presidente Putin al Paese.

Ha dichiarato la vittoria a Luhansk, l’oblast adiacente a Donetsk, appena un giorno dopo che le forze ucraine, prive di armi, avevano dichiarato di essere state costrette a ritirarsi da Lysychansk, l’ultimo baluardo della resistenza rimasto nell’area.

Il governatore dell’attuale Luhansk occupata e le autorità locali di Kramatorsk concordano sul fatto che il prossimo obiettivo di Mosca sia la presa di tutta Donetsk. 

Città come Kramatorsk e la vicina Slovyansk – da dove viene organizzata frettolosamente l’evacuazione dei civili – sono ora sotto il fuoco nemico.

Nei giorni scorsi è stato riferito che le posizioni russe erano a pochi chilometri da Slovyansk.

“Molto probabilmente continueranno a usare la strategia della “terra bruciata”, il che significa che prima distruggeranno e poi attaccheranno”, ha detto a The Independent Serhiy Gadai, il governatore di Luhansk. 

“L’obiettivo dei russi è, ed è sempre stato, quello di prendere l’intera Ucraina. Si fermeranno solo dove li fermerà l’esercito ucraino”.
Igor Eskov, portavoce dell’amministrazione locale a Kramatorsk, afferma:”Dopo Mariupol, è la città più grande rimasta a Donetsk; è la più importante dal punto di vista politico e strategico della regione.

“Kramatorsk è il centro amministrativo di Donetsk. Spingeranno per ottenere più territorio possibile”.

Negli ultimi giorni, l’artiglieria di Mosca ha puntato sulle due città chiave che si trovano a poche miglia a sud del villaggio di Olena.

Ospedali a corto di personale

All’ospedale dove Olena è in cura a Kramatorsk, che sta accogliendo feriti da tutta la regione, i medici dicono che sono a corto di personale, scarsamente equipaggiati ed esausti.

Sono inoltre preoccupati che questo sia solo l’inizio e che presto la prima linea arriverà da loro.

“Lavoro su turni di 24 ore. A volte provo a fare un pisolino, ma spesso non ci riesco”, dice Vitali, un medico traumatologico di 46 anni, trovato seduto sfinito su un divano durante una rara pausa. 

Racconta che lui e i suoi colleghi devono improvvisare con alcune attrezzature. Ad esempio, prima della guerra noleggiavano trapani chirurgici per la chirurgia ortopedica. Ora sono costretti a usare trapani manuali domestici sulle ossa fratturate dei pazienti. 

Da quando sono scoppiati i combattimenti, le imprese che noleggiavano attrezzature mediche hanno smesso di operare in Ucraina.

“Servono nuove attrezzature e più personale. Ferite da munizioni a grappolo e  da mine si verificano molto spesso”, continua Vitali.

Nell’ospedale di Kramatorsk, Olena, Nikolai e Olga, sbalorditi, come tanti, affermano di non avere piani per il futuro poiché non hanno mezzi finanziari per spostarsi e nessuna rete di sostegno.

Nikolai cerca di confortare la moglie Olena, giurando di adottare i bambini rimasti orfani dalla guerra in modo che possano ricostruire la loro famiglia. 

Dice che la guerra non ha nulla a che fare con i civili e che vogliono solo tornare a casa.

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