WASHINGTON – Henry Heimlich, il chirurgo americano che inventò la manovra salva-vita, è morto. Lo ha reso noto il figlio Phil. Una settimana fa il luminare è stato colto da un attacco cardiaco che non gli ha lasciato scampo. Aveva 96 anni.
Heimlich era primario di chirurgia presso il Jewish Hospital di Cincinnati, in Ohio, quando nel 1974 elaborò la sua celeberrima pratica d’emergenza nel soccorso di persone a rischio di soffocamento.
Non è dato sapere quante persone gli debbano la vita, ma solo negli Usa dovrebbero essere più di 50 mila. Henry Heimlich ha inventato il trattamento per evitare il soffocamento da ostruzione delle vie aeree che prende il suo nome all’inizio degli anni Settanta. E appena una settimana dopo la pubblicazione delle sue ricerche, nel giugno 1974, il gestore di un ristorante nello stato di Washington aveva salvato la prima vita, usando la sua manovra con una giovane cliente che stava morendo soffocata per un boccone di traverso.
Heimlich, nato a Wilmington (Delaware) nel 1920 da genitori ebrei, si è laureato alla prestigiosa Cornell University nel 1943, specializzandosi in chirurgia toracica. La sua celeberrima manovra di Hemlich consiste nell’utilizzare le mani per esercitare una pressione sotto il diaframma, provocando anche la compressione dei polmoni che a sua volta esercita una pressione su qualsiasi oggetto si trovi nella trachea, con lo scopo di provocarne l’espulsione.
La Croce Rossa statunitense adottò la manovra come tecnica di primo soccorso sin dal 1976, ma dieci anni fa ne ha ridimensionato l’utilizzo, eliminando anche la dizione manovra di Heimlich in favore di spinte addominali, consigliando di usarla solo in persone coscienti alternando cinque colpi alla schiena ad altrettante spinte addominali. La manovra è invece totalmente sconsigliata sulle vittime di annegamento.
Heimlich, che aveva pubblicato due anni fa un suo libro di memorie dal titolo “I miei 70 anni di innovazioni salvavita”, ha personalmente usato la sua tecnica solo per due emergenze: la prima, all’età di 80 anni, salvando il cliente di un ristorante nel 2003, secondo quanto riportava a suo tempo la BBC, e la seconda, sempre con successo, nel maggio scorso, su una residente della sua stessa casa di riposo a Cincinnati (Ohio).
Il medico statunitense è stato anche al centro di alcune iniziative controverse come la Malarioterapia, una tecnica da lui elaborata all’inizio degli anni ’80, in cui proponeva l’infezione deliberata di una forma benigna di malaria in una persona per curare il cancro e l’aids conducendo in Etiopia dei test senza successo, attraverso l’istituto che portava il suo nome. Nel 2009 i test sono stati fortemente criticati dalla Fda e dai Cdc. E’ stato infatti rilevato che la malaria aumenta la velocità di diffusione dell’Hiv.