ROMA – Che volto assumerà la vacanza in albergo post-coronavirus?
Come funzioneranno accoglienza e permanenza nel rispetto degli inevitabili protocolli di prevenzione?
I Grand Hotel del mondo stanno organizzandosi, preparando quel che resta di una stagione che si annuncia al meglio gravemente monca.
Il giornale online Leggo ha raccolto i piani dell’offerta alberghiera in giro per il pianeta, mai come oggi globalizzato all’insegna delle misure di prevenzione e contenimento del contagio.
Nel Regno Unito l’orientamento è quello di preparare la sanificazione dei bagagli all’arrivo dei clienti, allestire dispencer di gel disinfettante, allontanare i tavoli per consentire pasti al ristorante a distanza di sicurezza.
La SHA Wellness Clinic sulla Costa Blanca in Spagna annuncia l’introduzione di telecamere termografiche nella hall e nelle sale più frequentate.
Con attenzione a evitare l’invasività delle telecamere, ma certo bisognerà, 24 ore prima di arrivare, esibire la negatività di un tampone per essere accolti.
Il Legian Seminyak a Bali imporrà a tutti – personale, ospiti, fornitori – controlli di temperatura: chi ha la febbre non entra nella proprietà.
Consolazione: potrà essere ospitato in una struttura diversa ma attrezzata per le cure.
Del resto in Sri Lanka, il gruppo Ceylon doterà le camere dei suoi tre hotel di un ventilatore (nel senso dei respiratori da terapia intensiva).
L’impressione è che quello che succederà di qui a qualche settimana è, come si dice, terra incognita: tutti, compresi gli albergatori, stanno prendendo le misure per un vestito destinato a un cliente di cui non conoscono la taglia. (fonte Leggo)