Il chirurgo di Gheddafi: "Il suo rifugio incredibile, con palestre e sale operatorie"

ROMA, 25 AGO – Un bunker ''incredibile'', con una palestra con piscina olimpionica, due sale operatorie, equipe mediche all'avanguardia. Cosi' il chirurgo brasiliano che fece un lifting facciale e un impianto di capelli a Gheddafi ricorda il compound che ora non c'e' piu', distrutto dall'assedio dei ribelli. E dopo essere stato a contatto con il rais per dieci giorni, oggi dice: ''non ne uscira' vivo: o si uccidera' o sara' 'suicidato' ''.

Liacyr Ribeiro si trovava ad un convegno a Tripoli nel '94, quando l'allora ministro della Salute libico lo avvicino' chiedendogli di visitare ''una persona a lui molto cara''. Il chirurgo penso' che si trattasse della moglie, ma quando, in macchina, arrivo' al bunker capi' che si trattava in realta' del rais. ''Allora non era considerato un dittatore sanguinario – ricorda – aveva aperto all'Occidente e veniva chiamato capo di stato''. Gheddafi era ''molto educato, colto, parlava correntemente inglese – spiega ancora – ma non mi guardo' mai negli occhi''. Il leader libico ricevette il medico in ''una tenda'', gli spiego' cosa voleva e quando Ribeiro gli disse che aveva bisogno di piu' luce per valutare la situazione il rais lo condusse in uno studio dentistico dei piu' moderni. Fatta la visita, attraversando una palestra con piscina olimpionica, il chirurgo venne portato a visitare due sale operatorie con ''attrezzature tedesche eccellenti'' e una sala di degenza. ''Tutto il personale era straniero – racconta – il suo medico era pachistano. Aveva due anestesisti (uno russo ed uno egiziano) ed una infermiera jugoslava. Penso che avesse paura di farsi assassinare dai libici''. E ora? ''Non ne uscira' vivo – assicura il medico – da quello che ho potuto vedere del suo temperamento o si uccidera' o sara' 'suicidato' ''.

Gestione cookie