NEW DELHI, 30 AGO – Il successo dello sciopero della fame dell’attivista anti corruzione Anna Hazare ha acceso i riflettori sull’incredibile battaglia di Irom Sharmila, una donna che digiuna da quasi 11 anni per protestare contro gli abusi dell’esercito nelle turbolente regioni del nord est. La pacifista, soprannominata la ”lady di ferro di Manipur” per la sua ostinazione, si trova agli arresti su un letto di ospedale dove i medici la nutrono a forza con un sondino inserito nel naso. Ma differenza del ”nuovo Gandhi” che e’ riuscito piegare il governo e il Parlamento, la sua protesta si svolge nella piu’ completa indifferenza della classe politica e dei media.
La 49 enne attivista, che pesa 37 chili e ha i muscoli e organi interni atrofizzati, e’ diventata una paladina dei difensori dei diritti umani. Il suo digiuno e’ uno dei piu’ lunghi al mondo. Ma la sua popolarita’ non ha mai varcato i confini del piccolo stato di Manipur. E’ li’ che un giorno del novembre 2000 ha iniziato la sua protesta non violenta diretta a ottenere la revoca delle leggi speciali chiamate Armed Forces Special Powers Act (Afspa) introdotte nel 1958 e che conferiscono un potere draconiano alle forze di sicurezza contro la guerriglia separatista nel nord est e nel Kashmir indiano. Anche lei una gandhiana, ha aderito fin da subito al movimento anti corrotti di Hazare, ma non le e’ stato permesso di unirsi all’agitazione a New Delhi. Il 74 pacifista si e’ pero’ impegnato di andarla a trovare quando uscira’ dall’ospedale dove si trova per recuperare le forze dopo i 12 giorni di sciopero della fame.
La piu’ piccola di nove fratelli di una povera famiglia, con la passione per la poesia, Sharmila ha iniziato la sua crociata dopo aver visto le forze di sicurezza massacrare senza pieta’ 10 persone innocenti a una fermata dell’autobus a Malom, circa 15 chilometri dal capoluogo di Imphal. Nonostante fosse ancora un’adolescente, il trauma l’ha segnata per sempre e l’ha convinta a ”fare qualcosa per migliorare la vita della sua gente” come lei stessa ha raccontato.
Arrestata per tentato suicidio, un reato che prevede una pena massima di un anno di carcere, e’ stata sottoposta a alimentazione forzata’ fino al rilascio. Ma appena fuori, la giovane ha ricominciato lo sciopero della fame ed e’ cosi’ di nuovo finita dietro le sbarre. Il ciclo di detenzioni annuali continua ancora ora sempre a Manipur, a parte un intervallo nel 2006 quando si e’ recata a New Delhi a pregare sul mausoleo del Mahatma Gandhi. Ma per poco, perche’ la polizia l’ha prelevata quasi subito e trasferita in ospedale per nutrirla.