ROMA – Il peso di essere Papa sì, la malattia no, non c’è nessuna malattia. Così i medici che lo assistono descrivono Papa Benedetto XVI nel giorno in cui ha annunciato le sue dimissioni dal pontificato a partire dal 28 febbraio.
Ratzinger è apparso come un uomo affaticato che sente il peso dei suoi anni ma soprattutto del carico del suo ruolo, fisicamente, moralmente e psicologicamente. Nelle ultime uscite, chi lo aveva osservato aveva visto la stanchezza che accompagnava i suoi gesti, rallentati come quelli degli uomini della sua eta’. Nessuna preoccupazione però da parte dei medici che lo seguivano e nessuna conferma di una malattia tale da impedirgli di svolgere il suo ruolo. ‘Leggende metropolitane’, sono state definite le voci circolate nei mesi scorsi su una grave malattia oncologica, smentita ad ogni livello. Nessun controllo medico particolare era per altro previsto in questi giorni.
La notizia della decisione del Pontefice ha così suscitato fra i suoi medici lo stesso stupore che il resto del mondo ha espresso. Il Papa soffre per dolori articolari e reumatici, ha problemi circolatori legati ad una fibrillazione atriale cronica. Il Pontefice non ama prendere i farmaci che gli sono stati prescritti, come il suo predecessore. Ma il quadro generale non è mai stato critico, tanto che il prossimo e impegnativo viaggio in Brasile, previsto in primavera per la Giornata Mondiale della Gioventù, non era stato messo in discussione.
Tuttavia la stanchezza fisica e lo stress anche per le vicende che avevano travolto il Vaticano, hanno lasciato il segno. Il pool predisposto dal Vaticano per l’assistenza al Capo della Chiesa Cattolica è composto da 8 medici, sette rianimatori (che si alternano per assicurare la loro presenza per ogni eventuale emergenza) e l’archiatra Patrizio Polisca, proveniente dal dipartimento di cardiochirurgia e rianimazione dell’Università di Tor Vergata a Roma.
Ognuno di loro è tenuto a rispettare in modo più rigoroso la privacy del loro assistito, ma le poche notizie trapelate hanno confermato quanto affermato da padre Lombardi: ”Non risulta nessuna malattia in corso che abbia influito sulla decisione” del Papa. ”Negli ultimi mesi è diminuito il suo vigore. Sappiamo l’età che ha e che è normale per persone in età avanzata vivere un declino delle proprie forze ed il Papa lo ha sentito negli ultimi mesi e lo ha riconosciuto con lucidità”, ha detto il portavoce Vaticano stabilendo un punto fermo in risposta alle diverse e contraddittorie ipotesi che nel frattempo spuntavano.
E per il geriatra della Cattolica di Roma e presidente di Italia Longeva, Roberto Bernabei, la decisione del suo ritiro può essere legge come un segnale di lucidità e umiltà di fronte al segnale ”chiaro dell’invecchiamento e dei limiti che questo comporta”. ”Il Pontefice appartiene alle prime generazioni che sono arrivate a vivere cosi’ a lungo con incarichi tanto importanti – ha detto Bernabei – la sua decisione va rispettata perche’ e’ il riconoscimento lucido e netto del limite umano”.