In Cina mezzo milione di contagi al giorno solo a Qingdao: ospedali al collasso e obitori pieni

Il Covid ha ripreso a correre nel mese di dicembre, da quando è stata smantellata la politica Zero Covid.

di Daniela Lauria
Pubblicato il 24 Dicembre 2022 - 14:57 OLTRE 6 MESI FA
In Cina mezzo milione di contagi al giorno solo a Qingdao: ospedali al collasso e obitori pieni

In Cina mezzo milione di contagi al giorno solo a Qingdao: ospedali al collasso e obitori pieni (Foto Ansa)

Mezzo milione di contagi al giorno in Cina e nella sola città di Qingdao, 10 milioni di abitanti nella parte orientale del Paese. Qui il Covid ha ripreso a correre nel mese di dicembre, gli ospedali sono al collasso e gli obitori pieni. Secondo quanto dichiarato da un alto funzionario della sanità in una rara ammissione, subito censurata, le statistiche ufficiali non riflettono neppure la reale entità dei casi nel Paese.

La fine delle severe disposizioni sui test ha reso, di fatto, impossibile il loro monitoraggio e le autorità hanno modificato la definizione medica di morte per Covid, tanto che, secondo gli esperti, si ridurrà il numero di decessi attribuibili al virus.

Cina, a dicembre smantellata la politica Zero Covid

A dicembre la Cina ha rapidamente smantellato i pilastri su cui si basava la sua strategia Zero Covid, eliminando i lockdown improvvisi, le lunghe quarantene e le restrizioni ai viaggi. Il balzo dei contagi ha svuotato gli scaffali delle farmacie, riempito gli ospedali e ritardi nelle cremazioni e nelle sepolture.

La Commissione sanitaria nazionale cinese ha dichiarato oggi che 4.103 nuove infezioni sono state registrate a livello nazionale il giorno precedente, senza nuovi decessi. Nello Shandong, la provincia in cui si trova Qingdao, le autorità hanno registrato ufficialmente solo 31 nuovi casi. 

Le riaperture improvvise dopo tre anni di rigido contenimento dei contagi hanno fatto registrare un aumento nel numero di decessi, soprattutto tra gli anziani, anche se il numero esatto di morti non emerge dal conteggio ufficiale, per le modifiche delle modalità di conteggio: la Commissione Nazionale per la Sanità cinese ha dichiarato di includere nel numero ufficiale di decessi per Covid-19 solo i casi dovuti a insufficienza dell’apparato respiratorio, escludendo chi soffriva di patologie pregresse.

Cina, la sanità sotto stress

Ospedali sotto stress, obitori pieni e carenze di personale medico-sanitario costringono Pechino a chiedere l’invio di medici e infermieri da varie parti del Paese. È il quadro a tinte fosche dell’ondata di Covid-19 che sta prendendo di mira anche la capitale cinese, e il cui picco è atteso nei prossimi giorni.

La situazione è critica ormai da giorni (e non solo a Pechino): ospedali e cliniche per il trattamento dei contagiati dal virus sono oberati di pazienti e medici e infermieri sono costretti a lavorare anche se contagiati.

I pazienti, in molti casi curati direttamente all’interno delle auto usate per raggiungere le strutture, o sottoposti a lunghe attese prima di essere ricoverati. Il South China Morning Post ha diffuso un video che mostra le difficoltà di un ospedale di Pechino, dove mancano scorte di ossigeno e non ci sono letti sufficienti per accogliere tutti i pazienti in arrivo.

Il video mostra anche file di corpi avvolti da sacchi gialli, in attesa di essere cremati: decine di cadaveri in un’unica struttura, un numero che, anche solo a colpo d’occhio, supererebbe il totale delle morti attribuite al Covid-19 a livello nazionale, circa una decina, dagli allentamenti alla politica di zero Covid.

Secondo gli esperti, la Cina potrebbe registrare fino a un milione di morti per Covid-19 nei prossimi mesi, e la situazione del sistema sanitario preoccupa anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha chiesto a Pechino di condividere i propri dati sulla situazione dell’epidemia nel Paese.