Inchiesta Al Gore. Polizia ammette: “Troppa fretta nel chiudere il caso di molestie”

La polizia di Portland ha ammesso di avere avuto troppa fretta nel chiudere il caso per molestie sessuali contro Al Gore: l’ex vice-presidente e premio Nobel per la pace è tornato  al centro dell’inchiesta dopo le accuse di molestie sessuali su una massaggiatrice.  Gli agenti hanno contattato i legali di Gore.

”Non ho niente da temere. Nuove indagini su questo caso possono andare solo a mio vantaggio”, ha dichiarato l’ex numero due di Bill Clinton, rompendo per la prima volta il silenzio su una vicenda in cui la sua accusatrice ha definito il suo comportamento come quello di un ”crazy sex poodle”, un barboncino arrapato.

Il racconto di Molly Hagerty, 54 anni, lunghi capelli rossi, risale al 2006: la donna sostiene che Gore le avrebbe messo le mani addosso durante una sessione di massaggio in una suite del Lucia Hotel, un lussuoso albergo di Portland. La polizia, che aveva precedentemente chiuso il caso due volte, ha ammesso giovedì di avere agito con eccessiva fretta forse in omaggio al potente accusato.

La stessa Hagerty, in una intervista al tabloid scandalistico National Enquirer, ha spiegato perché ha aspettato a rivolgersi alle autorità: gli amici liberal (quelli che lei chiama ‘la tribu’ in Birkenstock’) l’avevano scoraggiata perché Gore era un eroe nazionale. Se fosse finito nei guai, ”saremmo morti tutti per l’effetto serra”. La decisione di riaprire il caso ha coinciso con la pubblicazione dell’intervista, la prima a un giornale, della massaggiatrice, che per questa ‘esclusiva’ è stata pagata.

 ”Gore è un pervertito e un predatore sessuale”, ha detto la donna: ”Un malato che va fermato prima che colpisca di nuovo”. Gore si è separato a fine maggio dalla moglie Tipper dopo 40 anni di matrimonio. La smentita delle accuse che lo riguardano è stata fatta da un portavoce di famiglia. ”Gore negò inequivocabilmente e enfaticamente questa accusa quando ne apprese l’esistenza tre anni fa e ribadisce questa smentita”, ha detto il portavoce Kalee Kreider, che però poi ha aggiunto che ”i Gore”, includendo in questo anche Tipper, ”non possono star dietro a ogni storia diffamatoria, fuorviante o inaccurata generata dai tabloid”.

Nella nuova intervista al National Enquirer – il tabloid le cui rivelazioni scandalistiche hanno portato al divorzio di un altro vip democratico, John Edwards – la Hagerty viene fotografata con in mano una busta di plastica contenente un paio di pantaloni macchiati. ”Penso che le macchie siano di quando Gore mi stava addosso con la vestaglia aperta: penso che fosse sperma, ma non sono sicura”, ha detto la donna che a suo tempo fece analizzare la chiazza in un laboratorio: i risultati, scrive il tabloid, furono inconcludenti, perché l’analisti del Dna fu condotta con metodi poco sofisticati.

Non è chiaro se adesso la polizia di Portland abbia deciso di acquisire l’indumento nell’ambito delle prove, né se abbia deciso di convocare come testimone Greg Boatman, un amico della donna. Boatman ha detto all’Enquirer e all’Oregonian, il giornale di Portland, che Molly lo chiamò nel cuore della notte sconvolta ”perché Gore l’aveva aggredita e schiacciata sul letto”. La testimonianza di Boatman potrebbe essere rilevante in un caso di molestie sessuali: ”Anche se è per sentito dire, puo’ servire a corroborare o a smentire le accuse della vittima, dal momento che è stata raccolta a caldo”, ha detto Craig Silverman, un penalista ed ex District Attorney di Denver.

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