India, dall’affaire Bofors ai marò: ombre italiane sulla famiglia Gandhi

NEW DELHI –  Dall’affaire Bofors al caso dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono molti gli italiani che hanno avuto un ruolo più o meno importante negli scandali della famiglia Gandhi. Non quella del Mahatma, naturalmente, ma quella di Sonia, piemontese per nascita ma indiana per scelta.

Le prime ombre sulla famiglia arrivano negli anni Ottanta. Nel 1986 il marito della presidente del Partito del Congresso, Rajiv Gandhi (assassinato nel 1991) viene accusato di aver ottenuto una mazzetta dalla ditta svedese Bofors grazie alla mediazione di Ottavio Quattrocchi, uomo d’affari italiano e amico personale della coppia, come lo definisce il Fatto Quotidiano. Sempre secondo l’accusa la tangente serviva ad ottenere l’appalto per una fornitura di cannoni al governo.

Il Fatto Quotidiano ricorda che nel 1993 Quattrocchi lasciò l’India per l’Argentina e le indagini rallentarono. Nel 2011 un tribunale indiano stabilì che a Quattrocchi e ad un altro mediatore indiano era stata versata una tangente da 410 milioni di rupie (circa 7 milioni di euro).

L’anno dopo Sonia Gandhi venne criticata per non aver voluto rendere pubbliche le sue entrate degli ultimi 10 anni come prescritto dalla legge sulla trasparenza del 2005. La presidente del Partito del Congresso si difese parlando di “invasione della privacy”.

L’ultimo scandalo ha colpito la seconda figlia di Sonia, Priyanka, 37 anni. Scrive il Fatto Quotidiano:

Lo scorso ottobre suo marito, Robert Vadra, è stato accusato di corruzione dal politico Arvind Kejrival e dall’avvocato della Corte Suprema Prashant Bhushan, figure chiave del movimento anti-corruzione fondato da Anne Hazare. Secondo loro il genero di Sonia avrebbe ottenuto prestiti senza interessi da parte del Gruppo Dlf, impresa del mercato immobiliare, per poi re-investire nell’acquisto di terreni e palazzi. Il partito del Congresso e i ministri della coalizione al governo lo hanno difeso. Ma gli attivisti sembrano determinati ad andare avanti. E Sonia ha meno di un anno per imporre Rahul che da quando è deputato indossa solo abiti tradizionali per cancellare l’ “italian style”, dovuto anche all’amicizia con il figlio di Quattrocchi.

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