India, ong denuncia: “La caccia alle streghe esiste, ogni anno 200 donne uccise”

Ogni anno in India, sopratutto nelle regioni tribali nelle quali la ‘caccia alle streghe’ sembra ancora prosperare, muoiono per episodi legati a tale credenza almeno 200 donne. Lo afferma una Ong che si occupa di sostegno alle minoranze tribali (il Centro rurale sui diritti e le controversie), che ha base nell’Uttarakhand (nord).

Secondo il suo presidente, Avdhash Kaushal, le vittime sono per lo più donne nubili o vedove, spesso prese di mira per il loro denaro o i terreni posseduti, che vengono accusate di stregoneria sulla base di inesistenti ‘prove’.

Le donne sono sottoposte a vere e proprie torture: devono bere urina o mangiare escrementi in pubblico, e poi vengono fatte camminare nude per le vie del villaggio. Circa 200 ogni anno vengono linciate, mentre molte altre finiscono per suicidarsi, consumate dalla vergogna.

”Durante i nostri programmi di alfabetizzazione nei villaggi – dicono alla Ong – abbiamo incontrato donne considerate streghe che spesso alla fine vengono uccise”. Secondo Kaushal negli ultimi 15 anni oltre 2500 donne accusate di praticare la stregoneria sono state uccise.

”Una legge contro gli omicidi per stregoneria è  stata votata negli Stati indiani del Jharkhand, del Bihar e del Chhattisgarh – afferma la Ong – ma è raramente applicata e la pena più pesante per aver commesso questi atti di barbarie non ha mai superato i tre mesi”. L’Organizzazione non governativa ha depositato una richiesta alla Corte suprema perché  venga aperta un’inchiesta sul numero esatto di donne uccise in queste circostanze.

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