India, 16 condannati a morte per il massacro degli “intoccabili”

Un tribunale indiano ha condannato all’impiccagione 16 persone accusate del massacro di 58 “intoccabili” avvenuto in un villaggio in Bihar, uno dei più arretrati stati del nord dell’India. Il verdetto prevede anche la pena dell’ergastolo per altri 10 uomini coinvolti nell’eccidio avvenuto 13 anni fa.

Secondo fonti di stampa indiane, i condannati appartengono a una milizia di latifondisti, Ranvir Sena, che opera nella regione e sospettata di diverse stragi finora rimaste impunite. Nel dicembre del 1997 a Laxmanpur-Bathe, una zona agricola a oltre 100 chilometri dalla città principale di Patna, furono massacrati 58 “dalit” (intoccabili o fuoricasta) appartenenti a quattro povere famiglie sospettate di avere legami con la guerriglia maoista. Tra di loro c’erano 27 donne e 10 bambini.

Furono sorpresi di notte nelle loro capanne da un gruppo di uomini armati che era giunto nel villaggio per “dare una lezione” in seguito all’uccisione di una trentina di brahmini in un altro distretto. L’inchiesta subì molti ritardi a causa delle coperture politiche di cui godeva il Ranvir Sena.

Solo nel 2008 furono indagate 45 persone sulla base di decine di testimonianze. Dieci indagati sono stati assolti dal tribunale, mentre per gli altri é stata comminata la pena capitale e la prigione a vita. Le condanne a morte in India sono però eseguite molto raramente.

L’ultima impiccagione è avvenuta nel 2004 a Calcutta dopo un lasso di tempo di dieci anni.

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