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India, Agra: coppia svizzera malmenata dopo visita al Taj Mahal (odiato agli indù)

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India, Agra: coppia svizzera malmenata dopo visita al Taj Mahal (odiato agli indù)

ROMA – India, Agra: coppia svizzera malmenata dopo visita al Taj Mahal (odiato agli indù). Una coppia di turisti svizzeri che aveva appena visitato il Taj Mahal, il celebre monumento secentesco e capolavoro artistico e devozionale dell’eredità musulmana, è stata vittima di un assalto a colpi di bastoni da un gruppo di uomini nei pressi di Agra, nell’Uttar Pradesh.

La violenta aggressione di Quentin Jeremy Clerc e Marie Droz, entrambi di 24 anni, è avvenuta quando la coppia stava camminando vicino alla stazione di Fatehpur Sikri, capitale dell’impero Mughul nel 16/o secolo, ma è divenuta di pubblico dominio solo ieri per la gravità dell’accaduto e l’intervento di due ministri indiani.

La polizia ha riferito che i ragazzi avevano visitato sabato Agra, sede del celebre Taj Mahal, e poi si erano spostati nella vicina città per conoscere la fortezza dell’imperatore musulmano Akbar. Ad un certo punto un gruppo di almeno cinque persone ha cominciato a seguire i due per un’ora pretendendo che la ragazza si lasciasse ritrarre in una serie di selfie.

Quentin Jeremy Clerc è ricoverato a Delhi con una commozione cerebrale e l’udito danneggiato, la fidanzata Marie Droz se l’è cavata con un braccio fratturato. Un paio di persone sono state arrestate, ma la brutta disavventura ha aperto un incidente istituzionale in un’India lacerata dalle divisioni religiose.

Il ministro degli Esteri e quello del Turismo indiani hanno scritto al governatore dell’Uttar Pradesh Yogi Adityanath per chiedere spiegazioni e non lasciare che il caso resti impunito. Intorno al simbolo del Taj Mahal è in corso infatti una vera e propria battaglia culturale non esente da rischi di settarismo violento.

All’acme della tensione lo stesso Yogi (che era un chierico prima di darsi alla politica) aveva deplorato che miniature del monumento fossero offerte ai visitatori, una ferita secondo lui all’eredità religiosa dello Stato. A giugno aveva ancora una volta evitato di varcare i cancelli del Taj Mahal durante una visita ufficiale ad Agra: il “sudore e il sangue” degli indù è servito a innalzare un monumento ai “traditori” della tradizione.

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