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India, denuncia lo stupro e viene licenziata. Si dà fuoco e muore

di Maria Elena Perrero |7 Ottobre 2013 18:41

Pavitra Bhardwaj

NEW DELHI –  Pavitra Bhardwaj, 40 anni, assistente di laboratorio di chimica nell’Università di Delhi, è l’ultimo caso di morte per stupro in India. Ma lei non è morta per leviolenze dei suoi aggressori, con tanto di aste di metallo, come la studentessa di Delhi stuprata a sangue su un bus privato della capitale. 

Pavitra dopo lo stupro era viva. Apparentemente.  Violata per tre anni da un suo superiore, aveva avuto il coraggio di denunciare. Nessuno le aveva creduto. Al contrario, il comitato direttivo dell’ateneo aveva fatto quadrato intorno al presunto colpevole, l’aveva difeso, e aveva cacciato Pavitra.

Così il 30 settembre si è cosparsa di cherosene e si è data fuoco. Si è immolata per denunciare la violenza che aveva subito. Per farsi sentire. Dopo sette giorni con il 90% del corpo ustionato, Pavitra è morta. Come la studentessa di Delhi. Come la ragazza, 17 anni appena, che si è impiccata perché nemmeno la polizia aveva creduto alla sua denuncia di stupro. Stupro di gruppo anche in questo caso, come sul bus.

La morte della studentessa di Delhi, nel dicembre del 2012, aveva portato il Paese ad una indignazione generale. I colpevoli sono stati condannati a morte. Adesso il caso di Pavitra fa pensare che forse non molto è cambiato. Dal letto dell’ospedale di Lok Nayak, avrebbe detto alla polizia di aver commesso il gesto perché “nessuno aveva ascoltato le sue grida d’aiuto in altri modi”.

 

 

 

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