NEW DELHI, 2 NOV – Dopo appena due mesi, l'India ha deciso di allentare il giro di vite sugli sms aumentando a 200 il limite massimo giornaliero di messaggini inviabili da un telefonino. Le vivaci proteste delle associazioni di consumatori che rappresentano ben 850 milioni di utenti e delle societa' telefoniche hanno convinto il governo indiano a fare un parziale mea culpa.
Da ieri, infatti, le autorita' hanno raddoppiato il tetto giornaliero degli sms inviabili per ogni sim card. Molti hanno salutato la decisione come una vittoria sulla ''censura statale'', mentre altri ritengono che il servizio debba essere illimitato come lo e' in quasi tutto il mondo e che si possa combattere l'invadenza dei messaggi pubblicitari senza imbavagliare i cellulari.
L'Authority nazionale delle Telecomunicazioni (Trai) ha detto di ''aver voluto soddisfare le richieste delle associazioni di consumatori e delle industrie telefoniche che hanno invocato un allentamento del limite''.
Lo scorso settembre i responsabili avevano imposto la quota dei 100 sms di fronte a un aumento esponenziale di chiamate pubblicitarie invadenti. Dopo che un esponente governativo, durante un'importante riunione era stato vittima di una delle tante telefonate promozionali, il Trai era corso ai ripari. Il risultato e' stato in effetti immediato.
Lo spam e' sparito, ma con esso anche tutti gli sms ''utili'' degli eventi culturali, per esempio, o delle iniziative di organizzazioni non governative. Perfino il partito del Congresso, al potere, e' stato costretto a interrompere il suo servizio di informazione via sms ai giornalisti.
La misura era stata poi vista anche come una sospetta manovra per soffocare le ''primavere indiane'', le rivolte popolari come quella del pacifista anti corruzione Anna Hazare basata appunto sul tam tam degli sms. L'attenzione rivolta ai telefonini e l'interesse suscitato dagli sms stride enormemente con le poveri condizioni in cui vive la maggio parte della popolazione indiana. Proprio oggi un ministro ha definito come ''un disastro'' la situazione della ''sanitation'', ovvero dei servizi igienici, in occasione del lancio del rapporto dell'Onu sullo Sviluppo Umano 2011.
Il battagliero ministro per lo Sviluppo Rurale, Jairam Ramesh, ha ricordato che l'India ha il primato di mondiale di numero di persone costrette a fare i propri bisogni all'aperto e che il 60% delle donne indiane sono costrette a defecare nei campi. ''E' una vergogna '' ha tuonato il ministro che intende varare un grande piano nazionale per la costruzione di servizi sanitari nei villaggi.