India: in 2.000 contro espropriazione terre per acciaieria

NEW DELHI – Almeno 2.000 persone, fra cui bambini, donne ed anziani, hanno formato oggi una barriera umana nello Stato orientale indiano di Orissa per impedire l'ingresso degli agenti di polizia e dei funzionai che devono far eseguire l'ordine di sgombero di molte centinaia di famiglie dalle terre su cui la compagna sudcoreana Posco deve costruire una acciaieria del valore di 12 miliardi di dollari.

Le tv indiane hanno mostrato oggi i contadini che hanno organizzato una resistenza passiva e che da ore sono distesi al suolo sotto un sole cocente e temperature superiori ai 40 gradi. L'obiettivo dei manifestanti è di impedire che le autorita' distruggano le coltivazioni di palme di betel per liberare la proprieta'. Il progetto dell'acciaieria, risalente al 2005, costituisce il piu' grande investimento straniero mai realizzato in India che provochera' pero' il trasferimento forzato di 22.000 contadini e, secondo i critici, la devastazione di una vasta porzione di foreste.

Il porto dell'impianto sorge inoltre in una zona ricca di mangrovie e parte di una riserva per la nidificazione di rare testuggini marine. Da anni ormai, gli ambientalisti indiani, tra cui la scienziata Vandana Shiva, hanno organizzato diverse campagne nazionali contro l'acciaieria. Il ministro dell'Ambiente indiano, Jairam Ramesh, considerato un paladino delle scelte 'verdi' e un oppositore alle ambizioni delle multinazionali, ha dato il suo consenso, nonostante fino a qualche mese fa avesse rimandato la decisione attirandosi il malcontento del governo preoccupato per i riflessi sul flusso di investimenti dall'estero.

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