India, marò: chiuse cause civili, nave presto in Italia

NEW DELHI, 28 APR – Con ratifica dell'accordo di conciliazione con il proprietario del peschereccio St.Antony all'Alta Corte del Kerala, si chiude l'aspetto civile della vicenda dei maro', dopo il risarcimento dei giorni scorsi alle famiglie dei pescatori uccisi. E gia' lunedi' prossimo l'Enrica Lexie potrebbe ripartire per l'Italia.

Si sono infatti ritirate tutte le persone che si erano costituite parte civile nei vari procedimenti in corso contro Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e contro il rilascio della petroliera.

''Le complesse procedure per il deposito degli accordi e la consegna degli assegni agli eredi dei due pescatori uccisi e al proprietario del peschereccio sono state concluse in diverse tappe questa settimana davanti al giudice di pace e all'Alta Corte del Kerala'' ha detto all'ANSA una fonte che segue la vicenda. Si chiude quindi un'importante fase per quanto riguarda i processi per cause civili – mentre va avanti il procedimento penale – e soprattutto per il via libera della nave bloccata al largo di Kochi. ''Si spera che lunedi' prossimo la Corte Suprema a New Delhi dia il suo parere favorevole alla partenza visto che non c'e' piu' un'opposizione da parte delle famiglie delle vittime'' ha aggiunto.

In base ai tre accordi di conciliazione, i familiari dei due pescatori e il proprietario del peschereccio Freddy hanno accettato delle somme di denaro come ''un gesto di buona volonta'''. Al pescatore le autorita' italiane hanno consegnato la somma di 1,7 milioni di rupie (circa 25 mila euro) come risarcimento per i danni subiti alla sua attivita' di pescatore e all'imbarcazione. Mentre ai familiari dei pescatori uccisi sono andati di 10 milioni di rupie (circa 150 mila euro) ciascuna come ''donazione ex gratia''. ''Il governo italiano – ha proseguito la fonte – ha mantenuto fede alla promessa di mostrare la sua solidarieta' a chi ha sofferto cosi' tanto in questa vicenda''. Ma cio' non vuol dire che ''ci sia stata un'ammissione di responsabilita' da parte nostra'' oppure ''che ci sara' un'influenza positiva sul processo penale che va comunque avanti'' ha detto ancora.

E' tuttavia importante sottolineare che nel caso di Freddy c'e' anche una diretta conseguenza sulla denuncia che lui stesso, come testimone oculare, aveva presentato alla polizia di Neendakara quando e' giunto in porto con i cadaveri dei due colleghi a bordo. Davanti al giudice, Freddy ha fornito una versione dei fatti leggermente diversa in cui risulta che non e' piu' un ''diretto accusatore'', anche se nella denuncia iniziale del 15 febbraio si era soltanto limitato a dire di aver visto una nave ''di colore rosso e nero'' non specificando se fosse la Enrica Lexie.

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