INDIA, NEW DELHI – Di fronte alle crescenti pressioni contrarie all’applicazione della legge per la repressione della pirateria (Sua Act) alla vicenda dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, il governo indiano ha chiesto al ministero della Giustizia “di rivedere la sua opinione che in questo caso tale legge potrebbe essere applicata”. Lo scrive oggi il quotidiano The Indian Express.
In un articolo in prima pagina il giornale sostiene che al ministero “è stato fatto presente che la legge in questione è stata concepita per contrastare il terrorismo e la pirateria e che questo non è il caso della vicenda in cui sono morti i due pescatori” al largo del Kerala il 15 febbraio 2012. Fonti del ministero della Giustizia hanno indicato che sarà chiesto alla Procura generale di rivedere la sua opinione alla luce di questo punto.
“L’opinione della Procura – ha precisato la fonte – sarà verificata questa volta dal ministro della Giustizia Kapil Sibal, e non come l’ultima volta in cui l’ok fu dato da un direttore generale aggiunto ministeriale”. Da parte loro fonti del ministero dell’Interno non hanno nè confermato nè smentito questa revisione, sostenendo però che “il governo sta ancora valutando la propria strategia futura date le ramificazioni internazionali” ad essa collegate.
Se il ministero della Giustizia modificherà la sua posizione, conclude il quotidiano, “il ministero degli Interni potrà cancellare la sanzione e processare i due con il Codice penale indiano, anche se esso non è uno strumento con cui può agire la polizia investigativa Nia”.