India, scandalo licenze telefoniche: si dimette il secondo ministro

NEW DELHI – Un ministro indiano appartenente a un partito alleato del Congresso si e' dimesso nell'ambito di un'inchiesta sulle licenze di telefonia mobile di seconda generazione (2G). Lo riferisce l'agenzia di stampa Ians.

Dayanidhi Maran, ministro per il Tessile, e' stato accusato di irregolarita' dal 2004 al 2007 durante il suo precedente incarico come responsabile del dicastero per le Telecomunicazioni, uno dei settori chiave in un Paese con oltre mezzo miliardo di telefonini.

Si tratta del secondo ministro a lasciare il posto per sospetto coinvolgimento nel mega scandalo che avrebbe causato una perdita di 39 miliardi di dollari per l'erario, secondo un rapporto della Corte dei conti indiana. Il compagno di partito, Andimuthu Raja e suo successore nel 2008, e' in carcere per sospetti di corruzione. Entrambi appartengono a un influente partito dello stato meridionale del Tamil Nadu che fa parte della coalizione di maggioranza.

Le dimissioni, presentate dopo una riunione con il primo ministro Manmohan Singh e la presidente del Congresso Sonia Gandhi, sono giunte all'indomani di accuse lanciate dagli investigatori del Cbi (una sorta di Fbi indiana) secondo le quali Maran avrebbe favorito una societa' di telefonia vicina alla sua famiglia.

Il mega scandalo, scoppiato lo scorso anno, ha offuscato l'immagine del governo del Congresso, riconfermato al potere nel voto del 2008, gia' indebolito da una precedente ''appaltopoli'' legata ai Giochi del Commonwealth che si sono svolti a New Delhi a ottobre e da un crescente malcontento popolare a causa dell'inflazione galoppante, in particolare dei generi alimentari.

Gestione cookie