Indignati Usa, almeno 300 arresti e lacrimogeni a Oakland

NEW YORK, 29 GEN – Almeno trecento indignati sono finiti in manette ad Oakland, in California, dopo una serie di tafferugli tra i membri del movimento 'Occupy Oakland' e la polizia in quella che e' stata la giornata piu' turbolenta da quando le autorita' cittadine hanno smantellato il campo base degli attivisti. Il capo della polizia di Oakland, Howard Jordan, ha riferito che circa duemila manifestanti si sono radunati in una piazza della citta' californiana e dopo aver cercato di occupare un centro congressi hanno puntato dritto verso il Municipio.

Il gruppo e' riuscito a fare irruzione nel palazzo e ha poi dato alle fiamme una bandiera americana, rotto un quadro elettrico e danneggiato alcune opere d'arte. Per sfondare le barricate gli indignati si sono serviti di pietre, bottiglie e razzi, mentre la polizia ha cercato di placare l'attacco utilizzando gas lacrimogeni e granate fumogene.

Secondo quanto riferito dalle autorita' decine di agenti continuano a presidiare il perimetro del City Hall per evitare altri tentativi di irruzione da parte dei manifestanti.

Il sindaco Jean Quan, criticato pesantemente per il comportamento troppo deciso tenuto lo scorso autunno dalle forze dell'ordine, ha attaccato in modo fermo la violenza degli indignati, dicendo che "devono finirla di usare Oakland come il loro parco giochi". E il primo cittadino ha criticato anche la comunita' cittadina ribadendo che bisogna "smettere di giustificare il loro comportamento". "Sembrava che stessero cercando di attirare l'attenzione e aspettassero un errore da parte degli agenti", ha aggiunto Quan.

Ma gli indignati sembrano non aver intenzione di fare marcia indietro, e in un comunicato inviato via e-mail il gruppo di protesta ha fatto sapere che ieri "un atto di disobbedienza civile costituzionalmente protetto e' stato interrotto in maniera brutale dalla polizia".

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