TEHERAN, 29 GEN – La Corte suprema iraniana ha confermato la condanna a morte di un programmatore canadese di origine iraniana, Saeed Malekpour, 35 anni, accusato di aver diffuso materiale pornografico con un software da lui creato. La notizia, anticipata nei giorni scorsi da Amnesty International, e' stata confermata oggi dall'agenzia Mehr che cita il capo dell'ufficio delle pubbliche relazioni della Corte, Mohammad Ali Arefi.
Il giovane era stato arrestato nel 2008 al suo rientro in Iran, dove era tornato per far visita alla famiglia, secondo la Mehr con falso nome. Era accusato di gestire il sito pornografico Avizoun e di sostenerne altri, ed era stato processato per insulto alla religione e pubblicazione di materiali stranieri immorali e antireligiosi.
La sentenza era gia' stata esaminata nel giugno scorso dalla Corte suprema, che l'aveva annullata ritenendo insufficienti le indagini, rinviandola al tribunale. Qui pero', nonostante la difesa si fosse detta ottimista sull'esito del nuovo procedimento, la condanna a morte e' stata confermata e poi appunto ratificata in ultima istanza.
La moglie di Malekpour, Fatemeh Eftekhar, si era recata dal primo ministro canadese – riferisce ancora la Mehr – mentre la famiglia ha difeso l'ingegnere informatico sostenendo che il software da lui creato era stato utilizzato per caricare e scaricare immagini porno senza che lui ne fosse a conoscenza.