Iran/ Giovane pittrice sara’ impiccata per un delitto non commesso

Delara Darabi, 23 anni, appassionata di pittura, fra tre giorni sarà impiccata in Iran per un delitto che non ha commesso. In attesa di finire sulla forca è anche la giornalista americana-iraniana Roxana Saberi, condannata per spionaggio. Il patiboli iraniani lavorano a pieno ritmo.

Delara nel 2003, allora diciassettenne, aiutò il fidanzato, Amir Hossain, allora diciannovenne, in una rapina nella casa di una cugina del padre, ma nella colluttazione seguita Hossain pugnalò a morte la donna.

Delara si dichiarò colpevole. Più tardi rivelò che l’omicidio era stato commesso dal fidanzato, il quale le aveva detto di assumersi la colpa, perché essendo minorenne non sarebbe stata condannata a morte.

Ma l’Iran, pur avendo ratificato la Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia, punisce come adulti i bambini a partire dai 15 anni e le bambine dai 9. Sia Delara sia Amir Hossein sono stati puniti con 3 anni di carcere e 50 frustate per tentata rapina, più 20 frustate per la loro «relazione illecita».

L’avvocato di Delara, Abdolsamad Khorramshahi, ha cercato di difenderla puntando sull’autopsia, che dimostra che a pugnalare Mahin fu un destrorso, mentre Delara è mancina.

Ma i giudici non hanno accettato le prove ed hanno condannato a morte la giovane. Il sistema giudiziario iraniano non è basato sulle prove. I giudici possono condannare qualcuno sulla sola base della propria cosiddetta intuizione.

Ci sono 150 bambini iraniani nel braccio della morte. L’anno scorso è stato l’unico Paese a mandare a morte dei minorenni: almeno 8; quest’anno un ragazzo 17enne.

L’Iran è il secondo Paese dopo la Cina per numero di esecuzioni: il regime le usa per diffondere la paura. Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce della rete di attivisti Iran Human Rights, ha dichiarato: ”Penso sia importante che l’Italia, che ha legami economici con Teheran, li usi per impedire queste barbarie”.

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