Iraq: arma segreta dei jihadisti, la “bomba d’acqua”

Iraq: arma segreta dei jihadisti, la "bomba d'acqua"
Iraq: arma segreta dei jihadisti, la “bomba d’acqua”

BAGHDAD – E’ potenzialmente un’arma di distruzione di massa quella caduta in mano ai miliziani dello Stato islamico (Isis) in Iraq, che nei giorni scorsi si sono impadroniti della diga di Mosul, la più grande del Paese. Se decidessero di farla saltare, avvertono gli esperti, provocherebbero un’ondata devastatrice lungo la valle del Tigri che, dopo avere investito Mosul, sarebbe ancora in grado di causare danni fino a Baghdad, 350 chilometri a sud-est.

Gli stessi miliziani jihadisti, del resto, non hanno esitato a servirsi di quest’arma, sebbene su scala molto ridotta, dopo avere conquistato all’inizio di quest’anno la città di Falluja, 60 chilometri a ovest di Baghdad, e la vicina diga sull’Eufrate. Almeno cinque persone erano morte, migliaia erano state costrette a lasciare le loro case e vasti terreni agricoli erano stati devastati quando i jihadisti avevano chiuso ogni canale di scarico dell’acqua, facendo straripare il fiume e inondando cittadine e villaggi fino alle porte della capitale.

Ma l’importanza strategica della diga di Mosul, 35 chilometri a nord di questa città, è ben superiore. Lo sbarramento, costruito negli anni ’80, alto 131 metri e lungo 3,2 chilometri, controlla l’irrigazione della provincia di Ninive. Si comprende quindi la preoccupazione con cui Bashar al Kiky, presidente del Consiglio provinciale, ha annunciato che “i miliziani dell’Isis hanno preso il pieno controllo della diga”. Difficile pensare che lo Stato islamico sia intenzionato a fare saltare la diga, visto che controlla vasti territori lungo il corso del Tigri, dalla stessa Mosul a Tikrit.

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