ROMA – “Scongiurare un potenziale genocidio”, queste le parole di Barack Obama dopo i primi attacchi aerei degli Stati Uniti in Iraq, nella zona intorno a Erbil. Bombe sganciate dai caccia Usa sui fondamentalisti islamici. Ma “non ci sarà un’altra guerra, stiamo colpendo solo i terroristi”, ha spiegato Obama.
Obama ha ribadito agli americani che “come commander in chief, non permetterò che gli Stati Uniti siano trascinati in un’altra guerra in Iraq. Le truppe americane non torneranno a combattere in Iraq perché non c’è una soluzione militare americana alla crisi”.
“I raid” dei caccia americani contro gli estremisti sunniti dell’Isis, ha aggiunto il presidente, “proseguiranno se necessario. Gli Stati Uniti non possono e non devono intervenire ogni volta che c’è una crisi. Ma quando innocenti si trovano ad affrontare un massacro e noi abbiamo la possibilità di prevenirlo, gli Stati Uniti non possono guardare da un’altra parte”.
Ieri, venerdì 8 agosto, il Pentagono ha confermato che gli Usa hanno condotto due nuovi attacchi aerei in Iraq contro obiettivi dello Stato islamico (Isis), sostenendo che sono stati “eliminati dei terroristi”.
Il primo è stato condotto poco dopo le 10 (le 16 in Italia) da un drone contro una postazione di artiglieria da dove i jiahisti sparano contro le forze curde; il secondo attacco è avvenuto circa un’ora dopo quando due caccia hanno colpito un convoglio di 7 auto e un mortaio vicino a Erbil. In entrambi i raid sono state sganciate 8 bombe.
Nella notte gli Stati Uniti hanno nuovamente fatto arrivare sull’Iraq viveri e acqua. Centinaia di donne della minoranza Yazidi sono tenute prigioniere dai jihadisti sunniti dell’Isis e si teme che possano essere vendute come schiave o altro.
La Federal Aviation Administration intanto ha bloccato tutti i voli commerciali americani sopra l’Iraq. Lo comunicala stessa Faa, citando una situazione ”potenzialmente” pericolosa.
Ucciso un giornalista curdo
Un giornalista curdo dell’agenzia stampa Firat è stato ucciso in un attacco jihadista nel nord dell’Iraq. Lo ha riferito sul sito in responsabile dell’Agenzia. Deniz Firat è stato colpito al cuore da una scheggia nel corso di un attacco dei combattenti dello Stato Islamico (Isis) ad una zona vicino alla città di Makhmour, dove vivono le famiglie dei membri del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), situata a circa 280 chilometri a nord di Baghdad.
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