Iraq: donne e bambini sepolti vivi, 500 morti. Vicini al colpo di Stato

Iraq: donne e bambini sepolti vivi: Strage di yazidi, 500 morti
Alcuni Yazidi che hanno trovato riparo tra le montagne (Ansa)

ROMA – Donne e bambini sepolti vivi, dentro fosse comuni. Uccisi sotto gli attacchi dei miliziani dell’Isis in Iraq. In un primo momento hanno trovato un varco tra le montagne del Sinjar almeno 20.000 delle 40.000 persone della minoranza degli Yazidi intrappolate da giorni sui monti. Già sabato i combattenti curdi avevano annunciato di aver aperto un primo corridoio come via di fuga, un passaggio che si è allargato ed è riuscito a salvare la metà dei profughi. Ma 500 persone, soprattutto donne e bambini, sono morte sotto gli attacchi dei miliziani dello Stato Islamico. Altre 300 donne sono state rapite e ridotte in schiavitù dai miliziani dell’Isis.

Gli Stati Uniti intanto hanno colpito per la terza volta le milizie dello Stato Islamico in Iraq. Droni e jet da combattimento hanno effettuato 4 attacchi eliminando veicoli blindati e un camion che avevano aperto il fuoco contro i civili. Il comando centrale Usa ha riferito che i miliziani stavano “sparando indiscriminatamente” sui civili yazidi che cercavano riparo nelle montagne di Sinjar.

Verso un colpo di Stato. Il premier sciita iracheno al-Maliki non vuole rinunciare al terzo mandato governativo e spinge il Paese sull’orlo del golpe. Lo ha annunciato alla tv di Stato spiegando di voler denunciare il presidente Fuad Masum per aver violato la Costituzione non avendogli ancora affidato l’incarico. Nel frattempo forze di sicurezza irachene a lui fedeli – polizia, esercito e unità antiterrorismo – si sono schierate intorno alla zona verde di Baghdad, l’area fortificata dove hanno sede i palazzi del potere e molte ambasciate. Queste misure di sicurezza “sono molto insolite – ha dichiarato un alto responsabile della polizia irachena – e assomigliano a quelle che si impongono in situazioni di emergenza”. “Numerose strade – ha aggiunto un funzionario del ministero dell’ Interno – sono state chiuse, come pure numerosi punti sensibili. Tutto è legato – ha sottolineato – alla situazione politica”.

Nella notte tra sabato e domenica sono partiti dalla Gran Bretagna i primi voli con gli aiuti umanitari e hanno sorvolato in mattinata i monti del Sinjar lanciando il primo carico di aiuti umanitari. Anche la Francia si è molto esposta. Il ministro degli esteri francese Laurent Fabius è Bagdad per una serie di incontri con i vertici del governo iracheno per discutere della crisi in atto. Come riportano i media francesi, Fabius si recherà anche ad Erbil, nel Kurdistan iracheno, e sovrintenderà alla consegna dei primi aiuti umanitari francesi destinati ai profughi minacciati dai jihadisti dell’Isis.

Anche l’Italia si aggiunge alla lista di chi porterà aiuto all’Iraq: “Nei primi 7 mesi del 2014 sono stati 12mila i morti in Iraq, noi oggi vediamo la punta estrema del conflitto, ha detto il ministro degli esteri Federica Mogherini. Abbiamo stanziato un milione di euro come governo. Il punto ora è fare arrivare questi aiuti, creare dei corridoi umanitari”. Ma ha anche fatto intendere che il Governo sta valutando un intervento “con il ministero della Difesa”.

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