BAGHDAD – Sono almeno 23 le vittime di un attacco kamikaze registrato nella moschea di al-Jubba di al-Anbar la mattina del 6 gennaio in Iraq. I jihadisti dell’Isis hanno attaccato la moschea in cui riposavano i militanti iracheni che combattono il califfato islamico.
L’attacco suicida è avvenuto proprio dopo il rilascio su un account Twitter dell’Isis delle foto dell’esecuzione di 8 iracheni, tra cui 5 poliziotti e due informatori, mentre dell’ottava vittima non si conosce ancora l’identità.
L’attentato è avvenuto a Jubba, città non lontana dalla base aerea al-Assad, dove sono di stanza anche le truppe americane, e da Baghdad, in una zona che è stata teatro di pesantissimi scontri tra le forze di sicurezza e i jihadisti dell’Isis.
Le vittime dell’attacco suicida attribuito ai jihadisti dell’Isis sono militari dell’esercito e combattenti sunniti filo-governativi. Secondo le autorità locali, un kamikaze ha dapprima colpito un gruppo di combattenti sunniti filo-governativi ad al-Baghdadi, nella turbolenta provincia occidentale di Anbar, a circa 180 chilometri a nord ovest di Baghdad.
Poco dopo, un commando di estremisti islamici ha quindi attaccato le vicine postazioni dell’esercito e della polizia, innescando una battaglia scontri. Stando a fonti di polizia e ospedaliere, gli scontri hanno causato in totale 23 morti e 28 feriti solo tra le forze regolari e filo-governative.