LIBANO, BEIRUT – E’ quasi un set cinematografico quello su cui si muove, come fosse un attore e seguendo chiaramente le indicazioni di un regista, il pilota giordano Moaz al Kassasbeh prima di essere bruciato vivo dai miliziani dello Stato islamico, secondo il video circolato martedi sera su Internet.
Si tratta di un documentario di 22 minuti di alto livello professionale per la qualità delle immagini e per il ritmo con cui si svolgono il racconto e le azioni. Il tutto accompagnato da canti jihadisti in sottofondo.
Dapprima viene mostrato un incontro tra il re giordano Abdallah e il presidente americano Barack Obama per dimostrare che, come afferma una voce fuori campo, la Giordania è “un avamposto delle campagne crociate contro l’Islam”. Poi è inquadrato il pilota seduto a un tavolo e vestito della tuta arancione che spiega quale fosse la sua missione nel giorno in cui è stato abbattuto sui cieli della Siria.
Assasbeh parla poi della composizione della Coalizione internazionale a guida americana e sullo sfondo vengono mostrate le bandiere dei vari Paesi che partecipano ai raid. Il pilota spiega poi da quali aeroporti partono i jet, e anche in questo caso in sovraimpressione appaiono le fotografie di varie piste. Kassasbeh lancia poi un appello agli altri piloti giordani: “Smettete di partecipare a questa operazione – dice – per evitare che succeda anche a voi quello che è successo a me e ai vostri genitori di soffrire quanto i miei”.
Nelle ultime immagini prima del rogo, il pilota viene mostrato mentre cammina in una località colpita dai bombardamenti e si sofferma assorto a contemplare le macerie. Infine, dopo le sconvolgenti immagini della morte tra le fiamme, un bulldozer ricopre il suo corpo di macerie, come le vittime carbonizzate dei bombardamenti mostrate poco prima, tra le quali c’è anche un bambino.
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