L'isola di rifiuti di plastica diventa un mini resort ecologico: l'idea di Eric Becker L'isola di rifiuti di plastica diventa un mini resort ecologico: l'idea di Eric Becker

L’isola di rifiuti di plastica diventa un mini resort ecologico: l’idea di Eric Becker

L'isola di rifiuti di plastica diventa un mini resort ecologico: l'idea di Eric Becker
(Foto d’archivio Ansa)

ROMA – L’imprenditore informatico francese Eric Becker ha trasformato i rifiuti di plastica in una risorsa: con 700.000 bottiglie e detriti ha realizzato un’isola galleggiante con un mini resort, con tanto di hotel, due piscine e un bar karaoke.

“L’île Flottante” di Becker – o “isola galleggiante” – si snoda sulla superficie della laguna di Abidjan, il centro economico della Costa d’Avorio in Africa occidentale, ed è stata costruita per favorire un turismo più ecologico, un‘iniziativa green che spera possa ispirare altri progetti analoghi.

L’isola ospita due bungalow con il tetto in paglia, un ristorante, due piccole piscine, vari alberi e piante e una passerella che si snoda dal centro della struttura galleggiante, che copre 1.000 mq. L’elettricità è prodotta dai pannelli solari e da un generatore e l’acqua potabile arriva attraverso tubi che collegano l’isola artificiale alla terraferma. Ma c’è anche un problema: le acque reflue vengono scaricate nella laguna.

Gli ospiti del resort raggiungono l’isola a bordo di un traghetto; un pasto e il traghetto costano 22 euro, per un pernottamento il costo è di circa 90 euro.

Prima che costruisse il mini-resort, sull’isola viveva solo Becker, ora accoglie circa 100 clienti a settimana, compresi locali curiosi ed ecoturisti. “La bellezza di questa idea è che trasforma qualcosa di negativo, l’inquinamento causato dalle bottiglie di plastica, in qualcosa di positivo” ha detto Becker all’AFP.

Inizialmente voleva costruire un catamarano, ma “studiando la costruzione e il galleggiamento dell’imbarcazione ho scoperto la laguna di Abidjan e immaginato l’isola”. Per trasformare il suo sogno in realtà ha venduto quasi tutto ciò che possedeva.

Il primo passo consisteva nel reperire la maggior quantità di rifiuti galleggianti e ha incorporato nella struttura “bottiglie di plastica, pezzetti di polistirolo, persino ciabattine da spiaggia”. La ricerca ha fatto guadagnare all’imprenditore il soprannome di “Bidon” tra i locali: un termine che in francese può essere tradotto sia “tanica” che “fasullo”.

“Abbiamo comprato le bottiglie usate e cercato nella laguna. Dopo un po’ di tempo abbiamo imparato a seguire il vento e a trovare i posti in cui si accumula la spazzatura galleggiante”. (Fonte: Daily Mail)

 

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