Israele: cyberattacco arabo a carte di credito sioniste

TEL AVIV – ''Abbiamo deciso di dare al mondo un regalo in occasione del Nuovo Anno: informazioni su 400 mila israeliani e sulle loro carte di credito… Se avete bisogno di acquistare qualcosa, non esitate a servirvene… Voi divertitevi negli acquisti, a noi basta il piacere di aver causato scompiglio nelle compagnie israeliane delle carte di credito'': questo il messaggio diffuso la scorsa notte da un misterioso 'OxOmar' a nome degli 'Hacker Anonimi dell'Arabia Saudita', che ha subito immesso in rete una mole di numeri e dati degna di Julian Assange.

Si tratta, ha aggiunto, solo della prima tranche: l'obiettivo della Cyber-guerriglia e' di divulgare sul web i dettagli privati di almeno un milione di israeliani, recuperati fra l'altro – spiega – setacciando i database di istituzioni ''ebraiche e sioniste''. Fra questi dati: indirizzi privati, numeri di identita', indirizzi di posta elettronica, password.

Alcuni mesi fa altri hacker, di ispirazione anarchica ed internazionalista, avevano sferrato un attacco congiunto contro i siti web del portavoce militare, del Mossad (spionaggio), dello Shin Bet (sicurezza interna), oscurandoli per ore. La bravata di 'OxOmar' ha dunque destato forte preoccupazione in Israele. ''La situazione – ha detto il ministro per la Sicurezza interna Yitzhak Aharonovic – e' divenuta insopportabile''.

Per tutta la nottata i responsabili dei computer delle istituzioni bancarie sono stati impegnati a quantificare l'entita' della falla e a bloccare le carte in pericolo. Dopo molte ore e' stato possibile stabilire che i dati genuini si riferiscono non a 400 mila ma a 15 mila carte. Nei centri di assistenza si e' vissuta una giornata frenetica mentre pressoche' tutti gli israeliani cercavano di verificare nei siti internet se anche le loro carte di credito fossero divenute di dominio pubblico internazionale.

Le banche hanno garantito ai clienti che eventuali addebiti saranno annullati: finora si ha notizia di poche decine di utilizzazioni indebite. Ma l'episodio ha contribuito ad accendere luci di allarme nello Shin Bet. Una sua unita' specializzata – la Re'em – e' stata incaricata di verificare come migliorare le difese da attacchi cibernetici delle banche e delle compagnie dei telefoni cellulari.

Quanto al progetto del ministero degli Interni di creare per tutti gli israeliani un 'database biometrico', affermano alcuni dirigenti, dovra' adesso essere rivisto. ''Finche' i nostri nemici cercano di impadronirsi dei nostri soldi, ci sono rimedi… ma se si impadronissero anche delle impronte digitali dei nostri cittadini – avvertono – sarebbe un vero problema nazionale''.

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