Israele: “Francia è il Paese più pericoloso per gli ebrei”

Israele: "Francia è il Paese più pericoloso per gli ebrei"
Benjamin Netanyahu (Foto Lapresse)

TEL AVIV – Un tempo gli ebrei riparavano in Francia per sfuggire alle persecuzioni. Oggi quello stesso Paese è diventato il più pericoloso per loro, con l‘antisemitismo di marca islamica che si sta facendo sempre più pericoloso.

A poche ore dal Giorno della Memoria che il 27 gennaio ricorda la Shoah in gran parte dei Paesi occidentali, Israele ha lanciato l’allarme sulla crescita del pregiudizio antiebraico con un rapporto del ministero della diaspora israeliano discusso oggi dal governo, nel quale si indica un aumento del 100% di atti antisemiti nel paese.

E il premier Benyamin Netanyahu è intervenuto chiedendo ai governi del mondo un impegno maggiore. Al tempo stesso ha ribadito che Israele deve facilitare l’immigrazione degli ebrei, perché il Paese è casa loro.

Una linea che Netanyahu ha già sottolineato con forza in Francia nei giorni successivi alla strage del supermercato kosher di Parigi e del settimanale Charlie Hebdo.

Del resto i dati del rapporto parlano chiaro: nel 2014 in Francia gli epidosi antisemiti sono cresciuti, rispetto all’anno scorso, del 100%. Una realtà che ha fatto sostenere al rapporto che in Francia – dove gli israeliti rappresentano meno dell’1% della popolazione – ”i livelli di antisemitismo e violenza contro gli ebrei hanno raggiunto nuovi picchi”.

Se si prendono in considerazione i due mesi del conflitto con Hamas a Gaza (luglio-agosto 2014) gli incidenti antisemiti nel complesso, sempre rispetto all’anno precedente, si sono quintuplicati.

Tra le varie forme di antisemitismo – dalla destra alla sinistra e alla grande diffusione su internet – il rapporto presentato al governo israeliano indica al top quello di matrice islamica.

”La fonte del nuovo antisemitismo – è scritto nella ricerca – non è solo quello tradizionalmente neo nazista; la sorgente di larga parte dello spirito antiebraico in Europa arriva dagli europei di origine musulmana. La maggior parte degli incidenti riportati sono stati commessi da musulmani, specialmente nei Paesi con larghe comunità islamiche”.

Come maggiore spiegazione il rapporto (che oltre la Francia ha preso in considerazione anche Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Germania, Australia, Turchia, Usa, Argentina e i Paesi dell’ex Unione Sovietica) indica il conflitto tra israeliani e palestinesi.

Ma se l’antisemitismo non è ”esclusiva pertinenza dei musulmani di Europa né sono solo loro gli unici a promuoverlo oggi”, tuttavia la ”crescita dell’antisemitismo islamico è l’unica responsabile per l’attuale cambio nel tono dell’odio in Europa”.

Nello stesso giorno in cui e stato diffuso il rapporto curato dal ministero israeliano, l’Organizzazione sionista mondiale ha reso noti i risultati di un sondaggio effettuato tra gli ebrei della diaspora in vista del Giorno della Memoria che in Israele si celebra in genere a maggio con il nome di ‘Yom Ha Shoah’. Dai risultati emerge il fatto che il 55% degli intervistati in Europa sostiene di non sentirsi sicuro nel proprio Paese e di aver paura a camminare in pubblico con indosso vestiti o simboli ebraici.

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