Israele sotto attacco di Hamas da Gaza. Dall’alba di oggi, sabato 7 ottobre, dalla Striscia si è riversata – a sorpresa – una pioggia di razzi, più di 2mila a quanto pare, verso il sud e il centro del Paese (Tel Aviv e Gerusalemme comprese) mentre dall’enclave palestinese penetravano in territorio israeliano decine di miliziani armati di Hamas (anche in parapendio), o dal mare.
Israele sotto attacco di Hamas: oltre 40 morti e più di 700 feriti
I servizi di pronto soccorso (Magen David Adom) hanno riferito che sono oltre 40 i morti israeliani a seguito della guerra lanciata da Hamas. I feriti sono – secondo la stessa fonte – 740.
Il capo dell’ala militare di Hamas Mohammad Deif da Gaza ha definito l’operazione “Alluvione al-Aqsa” causata “dalla profanazione dei luoghi santi a Gerusalemme” e dal costante rifiuto da parte di Israele di “liberare i nostri prigionieri”. Poi ha aggiunto, che i razzi lanciati nella prima fase dell’operazione “sono stati 5.000”.
Israele colto di sorpresa come 50 anni fa, Netanyahu: “Siamo in guerra”
Israele – dove oggi è shabbat e l’ultimo giorno del lungo periodo di festività religiose – è stato colto di sorpresa così come avvenne – hanno fatto notare analisti – nella Guerra di Kippur di 50 anni fa che si svolse in questa data. “Cittadini di Israele siamo in guerra e non è solo un’operazione, è proprio una guerra”. A dirlo è il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo di aver dato l’ordine all’esercito di richiamare i riservisti e di “rispondere alla guerra con irruenza e un’ampiezza che il nemico non ha conosciuto finora”. “Il nemico – ha sottolineato – pagherà un prezzo che non ha mai dovuto pagare. Vinceremo”. Il ministro della difesa Joav Gallant ha aggiunto che “Hamas ha lanciato una guerra ed ha commesso un grave errore”.
Netanyahu: “Siamo in guerra”
Ci sono state incursioni di miliziani armati di Hamas nel sud del Paese con persone portate via dalle case e prese come ostaggi. Si parla di circa 35 tra civili e soldati catturati e portati a Gaza. Persone che per Hamas che ha mostrato i video della loro cattura e prigionia, sono “prigionieri di guerra”. E c’è stato chi tra i civili, per salvarsi dalla cattura, si è nascosto con tutta la famiglia in un cassonetto dei rifiuti.
Ci sono state sparatorie a Sderot. Tra i morti anche il presidente del Consiglio regionale di uno dei due settori delle comunità israeliane vicino alla Striscia. Nel frattempo la polizia ha fatto sapere che “sono circa 60 i terroristi di Hamas penetrati in 14 luoghi di Israele”. Luoghi che si trovano lungo il confine con Gaza. Fonti non confermate riportano anche che i miliziani armati palestinesi avrebbero preso il controllo di tre kibbuz.
A causa delle infiltrazioni di Hamas, l’esercito e la polizia hanno ordinato alla popolazione israeliana in prossimità della Striscia di restare al chiuso in casa. Nel frattempo sono state sospese tutte le proteste previste questa sera contro la riforma giudiziaria in ogni parte di Israele.
Israele risponde attaccando Gaza. morti e feriti
“Decine di aerei israeliani stanno attaccando a Gaza un numero di obiettivi di Hamas nella Striscia”. Ad annunciarlo è l’Esercito israeliano che ha richiamato in servizio decine di migliaia di riservisti. La televisione pubblica Kan spiega che si tratta dell’inizio della “Operazione Spade di ferro”. L’esercito ha confermato il lancio di almeno 2200 razzi da Gaza. ”Sono in corso combattimenti in sette località di Israele”, ha aggiornato la emittente.
Ed ora si contano i morti, con decine di cittadini di Gaza costretti ad andare nei rifugi. Il ministero della sanità di Gaza ha indicato che nelle prime ore di conflitto con Israele sono rimasti uccisi numerosi palestinesi.
Secondo il ministero i morti sono 161 ed i feriti 931. In queste cifre – fanno notare fonti di Gaza – sono inclusi anche i membri dei “commando” di Hamas penetrati in Israele, uccisi in combattimenti con l’esercito israeliano.
In seguito all’inizio delle ostilità i supermercati di Gaza sono stati presi d’assalto dalla popolazione che teme che dovrà adesso affrontare un conflitto prolungato con Israele. Gli scaffali dei prodotti alimentari – riferiscono fonti locali – si sono presto svuotati. Lunghe file sono segnalate anche dai fornai. Nelle stazioni di benzina automobilisti cercano di aggiudicarsi le ultime scorte di combustibile disponibili, in un’atmosfera di forte tensione.