TEL AVIV – Un attacco terroristico o “semplice” criminalità: ancora non è chiara la natura della sparatoria avvenuta a Tel Aviv, in Israele. Due morti e diversi feriti è il bilancio iniziale di un attacco in un pub nel centro della città, lo afferma la Tv Canale 10. L’attentatore ricercato dalle autorità è un arabo israeliano che è stato riconosciuto dal padre nelle immagini dell’attacco trasmesse in televisione.
La sparatoria si è verificata nella centrale via Dizengoff nel pub Hasimtà, dove lè’uomo è entrato imbracciando un mitra Falcon di produzione italiana. Proprio l’1 gennaio le autorità militari israeliane hanno deciso di riconsegnare alle famiglie i corpi di 23 palestinesi uccisi nelle ultime settimane: a Hebron, in Cisgiordania, si sono svolti in giornata 17 funerali.
L’identificazione dell’attentatore, riferiscono i mass media, si deve al padre dell’uomo che dopo aver riconosciuto il figlio nelle immagini passate in televisione, ha subito avvertito la polizia israeliana che è accorsa nella sua abitazione per acquisire altri elementi utili alle indagini. Ai giornalisti che chiedevano conferme su queste informazioni una portavoce della polizia ha però replicato con un secco: “No comment”.
L’uomo ora p ricercato dalla polizia e agenti dei servizi segreti hanno fatto un sopralluogo nella sua casa di Wadi Ara, nel nord di Israele.
L’attentatore che ha aperto il fuoco ha fatto uso di un mitra Falcon di produzione italiana, secondo un analista della televisione commerciale israeliana Canale 10, sulla base delle immagini riprese da telecamere di sicurezza e di un caricatore trovato su un marciapiede.
Secondo questo analista si tratta di un tipo di arma poco diffuso in Israele e nei Territori, che inoltre richiede per l’uso una notevole perizia. Il sindaco di Tel Aviv Ron Hulday ha intanto seccamente smentito voci diffuse in un primo momento secondo cui obiettivo dell’attacco potevano forse essere omosessuali. “No, non hanno niente a che vedere”, ha detto alla televisione.