Istanbul, Berlino, Nizza… Perchè l’Isis non usa più i kamikaze

Istanbul, Berlino, Nizza... Perchè l'Isis non usa più i kamikaze
Istanbul, Berlino, Nizza… Perchè l’Isis non usa più i kamikaze

ROMA – Da Berlino ad Istanbul, passando per Nizza: gli attentatori dell’Isis non sono più kamikaze. Negli ultimi attacchi i killer infatti si sono dati alla fuga dopo la strage. Gli ultimi due attacchi dell’Isis, a Berlino e a Istanbul, così come a Nizza, hanno ricalcato ogni dettaglio delle stragi precedenti, di Parigi, Bruxelles. Tranne uno. I killer non si sono immolati contro il fuoco della polizia o innescato la cintura esplosiva. Sono fuggiti. Forse per colpire ancora. O per cercare di rientrare nel Califfato e continuare in un modo o nell’altro la loro jihad.

Per l’Isis, spiega Giordano Stabile per La Stampa, è un fatto inedito. La dottrina Isis degli attacchi in Europa prevedeva infatti l’uso obbligatorio dei kamikaze per ragioni propagandistiche e ideologiche. Uniche eccezioni erano i leader che dovevano pianificare altri attacchi e gli artificieri, più difficili da sostituire.

Dei gruppi di fuoco del 13 novembre 2015 a Parigi, solo Salah Abdeslam ha evitato di farsi uccidere. La circostanza che abbia gettato la cintura esplosiva in un cassonetto per darsi alla fuga non è però stata confermata. Il suo era soprattutto un ruolo logistico, procurare rifugi e auto, e quindi è possibile che il piano prevedesse la sua sopravvivenza. Ma sta di fatto che i killer in fuga da Berlino e Istanbul sono una novità.

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