Italiana uccisa a New York: cugino, polizia ha un identikit

SPOLTORE (PESCARA), 26 NOV – La polizia di New York ha gia' pronto un identikit dell'ultima persona con la quale Rita Morelli sarebbe stata vista l'ultima volta da una vicina di casa. Lo conferma il cugino Giorgio Morelli – giornalista corrispondente de Il Giornale che lavora proprio nella Grande Mela – che e' in contatto con le autorita' americane, e che in queste ore e' nella casa degli anziani zii a Spoltore.

''E' stata vista parlare con un ragazzo, un tale Carlo, forse un brasiliano – dice Giorgio – da una vicina del secondo piano della casa di East Harlem dove Rita viveva, e per ironia della sorte a due passi dal Commissariato e davanti ad una scuola materna. Se e' stato lui, con il dna si verra' a sapere subito, questo mi dicono da New York e quindi lo prenderanno''.

Alla domanda se anche a lui risulti che si stia cercando un tossicodipendente, il giornalista spiega che ''e' la voce che gira ma non ci sono certezze''. Rita amava New York in maniera incredibile. ''Era la sua citta'''. Lo dice convinto Giorgio Morelli. Il peso iniziale di questa tragedia e' sulle sue spalle ''perche' gli zii sono anziani e a dar loro la notizia della morte della figlia e' dovuto venire il medico…'', quindi e' lui che sta filtrando le decine di telefonate e i collegamenti internet di colleghi e parenti che vogliono sapere, che chiedono, che insistono''.

'Mi diceva sempre: meglio 5 anni da leone in America che 15 di noia in Abruzzo – rammenta Giorgio – insomma, era felice a New York''. ''Era portata per le lingue e ora parlava bene anche lo spagnolo, non fosse altro perche' era fidanzata con uno studente d'origine messicana, Alfred. Lavorava in un ristorante italiano nella 73esima, il Buon Gusto – ricorda il cugino – al mattino andava a scuola, al pomeriggio lavorava come tutti, ripeto tutti, gli studenti e guadagnava anche bene con le mance. Le piacevano l'arte perche' a Pescara aveva frequentato il liceo artistico e le lingue ed era tutta contenta di vivere nella parte ispanica di Harlem. Al mio ritorno a New York saremmo dovuti andare a vedere una mostra di Cattelan… siamo tutti frastornati, ma comunque penso che il quartiere dove viveva non c'entra niente con questa tragedia, poteva capitare a chiunque e ovunque a New York''.

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